Omicidio di Mercato Saraceno, Verdoni in aula. "Ho ucciso mia madre"

A processo il trentenne che nel 2020 ha accoltellato a morte Luciana Torri. Il nodo ora è la sua pericolosità sociale

Verdoni a Forlì

Verdoni a Forlì

Cesena, 16 aprile 2021 - “Ho fatto una sciocchezza, ho ucciso mia madre”. Il pubblico ministero Filippo Santangelo ricorda in udienza le parole pronunciate più volte, in questi lunghi mesi passati in carcere, da Federico Verdoni, il 30enne di Bora che la sera del 10 giugno 2020 uccise a coltellate la madre. Ieri mattina è iniziato il processo a carico dell’imputato, chiamato a rispondere nel giudizio immediato per omicidio volontario aggravato. Una responsabilità che cadrà se dovesse essere confermata l’ incapacità di intendere e di volere del giovane al momento dell’omicidio, in quel caso si valuterà una misura di sicurezza se sussiste la pericolosità sociale di Verdoni. Il processo si apre con l’acquisizione al fascicolo del dibattimento degli atti di indagine e il pubblico ministero dichiara di voler rinunciare ai propri testi. Dentro l’aula della Corte d’Assise, Federico Verdoni assistito dall’avvocato Marco Moretto, è in piedi, dietro le sbarre , vestito con jeans scuri e una camicia bianca impeccabile. Il volto serio, dietro gli occhiali da vista e la mascherina, non lascia trasparire emozioni, solo le dita del ragazzo si muovono nervosamente sul freddo ferro della cella. Sentito il consulente della difesa, viene incaricato il perito del giudice, perché valuti se il giovane è tuttora pericoloso socialmente e indichi in tal caso un percorso idoneo di cure e misure di sicurezza adeguate in modo che il ragazzo non possa reiterare gesti folli. Verdoni non aveva mai manifestato segnali di violenza prima di quella tragica notte. Rientrato a casa la sera del 10 giugno dopo un pomeriggio al bar con gli amici, trova la madre ad aspettarlo, Luciana Torri di 69 anni. I due litigano per banali motivi e il ragazzo perde la testa e aggredisce la povera donna colpendola con sette coltellate che non le lasciano scampo. Al processo anche le parti offese, i quattro fratelli della vittima che hanno deciso di non costituirsi parte civile, tutelati dall’avvocato Daniele Valentini. La Corte ha disposto anche il dissequestro dell’appartamento di via dell’Orto dove è avvenuto il tragico fatto. Processo rinviato al 10 maggio.