Delitto Teverini, indagato il marito e perquisita la casa del cognato di Manuela

Per Costante Alessandri le ipotesi di reato sono omicidio e occultamento di cadavere. La squadra mobile ha cercato il corpo della donna ancora una volta, dopo 13 anni

Costante Alessandri durante l’arresto del 2002 (Ravaglia)

Costante Alessandri durante l’arresto del 2002 (Ravaglia)

Cesena, 8 ottobre 2016 - Omicidio e occultamento di cadavere. Sono questi i due pesanti capi d’accusa con cui la procura ha deciso di riaprire le indagini a carico di Costante Alessandri, marito di Manuela Teverini, la donna scomparsa nel nulla il 5 aprile di sedici anni fa. Già nei giorni scorsi era nell’aria che ci fosse una svolta nel caso. E proprio ieri gli uomini della squadra Mobile della polizia si sono presentati a casa di Alessandri a Capannaguzzo con un decreto di perquisizione.

Lo hanno prelevato e hanno ricominciato le ricerche del corpo, che l’uomo disse di avere seppellito nei dintorni in una telefonata intercettata con una prostituta nel 2002. Il corpo non fu mai trovato e lui, incredibilmente, fu assolto da tutte le accuse. Accuse che tornano tali e quali oggi, dopo le pressanti richieste della famiglia di Manuela di riaprire le indagini. E il vero elemento di novità, questa volta, è rappresentato dal luogo delle ricerche. Ieri infatti gli agenti non hanno limitato la ricerca alla casa di Costante Alessandri (che fu della coppia), ma anche a quella del fratello Franco, che abita ad appena 300 metri di distanza.

All’epoca dei fatti quella casa era in ristrutturazione, ma ora è abitata, appunto, da Franco Alessandri. Perché è così importante focalizzare le ricerche lì? Perché il pomeriggio del giorno in cui Manuela Teverini scomparve nel nulla, Costante Alessandri si recò per due ore nel vicino cantiere per «controllare l’avanzamento dei lavori». Durante quelle ore alcuni testimoni lo hanno visto gironzolare attorno alla casa in costruzione. Le sorelle di Teverini si chiedono oggi come mai Costante Alessandri dovesse controllare l’avanzamento di lavori che lui stesso stava conducendo assieme al fratello.

Il dubbio è legittimo e così i magistrati, dopo alcuni mesi di riflessione, hanno deciso di ascoltare l’urlo disperato della famiglia della donna. Le indagini sono state riaperte, anche se la procura non l’ha comunicato pubblicamente. D’altronde già l’altra sera, durante la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ su Rai 3, si parlava di una probabile e imminente riapertura dell’inchiesta, che ancora una volta vede coinvolto soltanto il marito Costante Alessandri.

Grazie alle nuove tecnologie di geolocalizzazione (molto più avanzate di 16 anni fa) si potranno condurre ricerche del corpo molto più accurate. Ma con l’aggravante del tempo trascorso, che tende inevitabilmente a fare sparire le tracce. Il mistero iniziò la notte tra il 5 e il 6 aprile del 2000; Manuela Teverini (36 anni) si dissolse nel nulla dalla casa di Capannaguzzo dove viveva con il marito Costante Alessandri (i due si stavano separando) e la figlioletta Lisa di quattro anni, il perno della sua vita.

La sua auto, una Punto Blu, venne trovata abbandonata nella zona della stazione dal fratello poche ore dopo. L’unico indagato è stato il marito Costante Alessandri che due anni e mezzo dopo, il 27 dicembre 2002, venne arrestato per omicidio e occultamento di cadavere e rimase in carcere a Forlì quasi un mese. Infatti parlando al telefono con una prostituta che frequentava si era vantato dell’assassinio della moglie. Ma davanti alla polizia ritrattò tutto, sostenendo che si era comportato così solo per provocare gli inquirenti sapendo benissimo di essere intercettato. Ma l’idea degli investigatori che in quella zona fosse sepolto il corpo della donna svanì, infatti non emerse nulla di concreto. Così Costante Alessandri venne scarcerato e l’inchiesta fu poi archiviata e mai riaperta: fino a ora.