Orogel da sempre al fianco del Cesena: "Il nostro supporto non mancherà mai"

Dal 2014 il gruppo dà anche il nome allo stadio, il presidente Piraccini: "La direzione è giusta ma io amo tenere i piedi per terra"

Orogel da sempre al fianco del Cesena: "Il nostro supporto non mancherà mai"

Il presidente del gruppo Orogel Bruno Piraccini allo stadio

Erano gli anni Ottanta, i tempi delle foto in bianco e nero, di ‘Maciste’ Bolchi in panchina e delle prime sponsorizzazioni di Orogel a sostegno della squadra. Ora ci sono l’alta definizione, la società a guida statunitense e una grande mongolfiera gialla all’ingresso del ‘Manuzzi’: "Benvenuti all’Orogel Stadium".

Bruno Piraccini, presidente del gruppo Orogel, da decenni, in modi e maniere differenti, il vostro nome va a braccetto col Cavalluccio: dalla vostra prospettiva, come sono le tinte dell’orizzonte?

"La squadra è appena tornata in serie B al termine di una stagione da applausi, è ovvio che il vento soffia nella giusta direzione. Ma non ci si può fermare solo a questo".

Che altro c’è?

"La dico come mi piace dirla: sono un ‘tifoso del bilancio’. L’entusiasmo, nello sport come nella vita, è fondamentale, ma a questo serve sempre aggiungere l’approccio ragionato. Quando mi parlano di un progetto, la prima cosa che chiedo, è come va il bilancio. Se quello è solido e strutturato, di problemi non ce ne sono".

Giusto parlarne anche ragionando di calcio, dunque.

"Serve essere chiari. Abbiamo un buon rapporto con la società americana, basato su rispetto e empatia. Però nessuno di noi ha mai avuto intenzione di entrare nel merito delle loro decisioni. Gli ambiti sono distinti ed è giusto che lo siano. Senza ombre. Detto questo, in punta di piedi, a volte mi capita di suggerire l’approccio della prudenza, che è lo stesso che Orogel adotta da sempre nel campo della sua attività: continuità e crescita sono due parole fondamentali in ogni contesto".

Torniamo al primo contratto firmato con la squadra.

"E’ stato il primo accordo pubblicitario sottoscritto da Orogel. Il rapporto col calcio è un parte integrante del nostro forte legame col territorio. Le cose sono andate bene fin da subito. Credo di poter dire che valga per entrambe le parti".

Avete fornito supporti spesso decisivi.

"Anche sotto il punto di vista della cabala... Col nome di Orogel sulle maglie, la squadra non è mai retrocessa: solo promozioni e importanti salvezze… Sorrido, ovviamente, e mentre lo faccio allargo il raggio".

A cosa?

"Al vivaio, per esempio. Sostenere la crescita e l’educazione dei giovani è un tema che ci sta molto a cuore. Ed è pure un aspetto cruciale del ruolo di ‘Romagna Iniziative’ e del ‘Campus Cesena Sport’, dei quali facciamo parte".

Orogel e il territorio.

"Abbiamo una fondazione, ci muoviamo a 360 gradi, crediamo molto nell’importanza di fare la nostra parte nella comunità. Siamo una cooperativa, è un valore fondante".

Cosa è successo dopo il fallimento del club?

"Il Comune ci chiese la disponibilità a intervenire e noi lo facemmo, anche attraverso diverse aziende, alcune delle quali a noi vicine. Si formò un grande gruppo di imprenditori del territorio, che partirono da niente e riportarono il calcio professionistico in città. Avrebbero potuto anche raggiungere la B, ma in più tempo. Benissimo l’arrivo della nuova proprietà".

Cosa pensa Bruno Piraccini quando entra allo stadio, coi pannelli gialli e il nome di Orogel che dal 2014 si affianca a quello del ‘Manuzzi’?

"Dire ‘Manuzzi’ significa citare la storia del Cesena. E’ bello poter essere associati a questo. Eravamo in A, siamo risaliti dalla D e ora siamo in B. Siamo e resteremo vicini alla massima espressione dello sport della nostra città. Cosa faccio io? Tifo, mi emoziono e mi godo lo spettacolo auspicando che duri nel tempo, restando coi piedi ancorati al terreno".

Luca Ravaglia