Ospedale a Cesena, il sindaco Lucchi: "Pronto nel 2025. Lo progetterà un 'archistar'"

Intervista al primo cittadino, che per l'area dove ora sorge il Bufalini propone: "Potrebbe diventare un parco. Ma la decisione spetterà alla prossima giunta"

 Paolo Lucchi, sindaco di Cesena

Paolo Lucchi, sindaco di Cesena

Cesena, 5 novembre 2018 - L’assessore regionale alla sanità Venturi ha annunciato un finanziamento di 156 milioni della Conferenza Stato Regioni per la costruzione del nuovo ospedale di Cesena.

Sindaco Paolo Lucchi, questi fondi ci sono già?

“Da mercoledì, sottoscritto l’accordo nella conferenza Stato/Regioni, quei soldi sono a disposizione della Regione. E quindi, senza dubbi possibili, sono utilizzabili per il nuovo ospedale”.

In mancanza di un progetto definitivo, come si può quantificare la spesa per l’ospedale? E se si dovesse spendere di più, chi pagherà?

“Il progetto definitivo, come per ogni opera pubblica, sarà pronto solo a fine percorso. Per stimare il costo dell’opera, l’Ausl Romagna ha utilizzato tra gli altri due parametri: il numero di posti letto e dei servizi necessari, e la casistica degli ultimi ospedali realizzati nel nostro Paese. Un extracosto sarebbe a carico di Ausl e Regione. Ma il calcolo delle probabilità prevede anche che, alla fine, possa costare di meno...”.

Realisticamente quanto tempo servirà per progettare e costruire l’ospedale?

“L’Ausl Romagna sta già lavorando da tempo al progetto di fattibilità tecnica. In questi mesi il confronto è stato costante tra il team di Ausl, Comune, Provincia e Regione. Questo lavoro preliminare permetterà di concludere la valutazione di sostenibilità ambientale e di procedere con un accordo territoriale per l’avvio della progettazione definitiva. Questa fase si concluderà entro fine 2018”.

Chi progetterà l’opera?

“Stiamo realizzando un bando europeo per questo, e ci muoveremo per coinvolgere un 'archistar', come impropriamente vengono chiamati i migliori progettisti internazionali. Perché un’impresa come un nuovo ospedale merita intuizioni del massimo livello”.

E il confronto con la città?

“Ci confronteremo con gli ordini professionali degli architetti e deegli ingegneri, per la stesura di un bando che sia il più trasparente possibile. Poi da inizio 2019 subirà un’accelerazione il confronto iniziato nel 2016 con quartieri, sindacati, associazioni, professionisti della sanità e mondo del volontariato, per sintetizzare al meglio esigenze, desiderata, sogni dei cesenati, e fornire schede di lavoro ai progettisti. Infine sarà possibile dare il via agli appalti”.

Cgil, Cisl e Uil, su questo punto, hanno già suonato il loro campanello d’allarme.

“Affronteremo con loro le modalità di appalto e le tutele per i lavoratori”.

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A quando il taglio del nastro?

“Verosimilmente nel 2025. Ma toccherà alla prossima amministrazione comunale prendere il testimone del tesoro che lasciamo in eredità e non farlo cadere”.

Da anni si parla anche dei lavori di ristrutturazione al pronto soccorso del Bufalini. Quando partiranno?

“Entro fine 2018. Sono stati rallentati da un ricorso che è stato rigettato, come capita spesso. La struttura tecnica dell’Ausl conta di recuperare un po’ del ritardo concordando con l’impresa un’accelerazione dei lavori, con l’obiettivo di concluderli prima di 18 mesi. Per noi è fondamentale, perché la situazione del Pronto Soccorso, nonostante il grande impegno del personale medico e sanitario, va migliorata”.

Quale sarà il futuro dell’area del vecchio Bufalini, una volta completato il nuovo ospedale?

“Quell’area potrebbe divenire un grande parco urbano per la città: penso infatti che oggi, se si costruisce qualcosa di nuovo, si abbia il dovere di recuperare spazi verdi. Ma è una mia idea: a decidere sarà il nuovo consiglio comunale, direttamente o dopo un referendum tra i cesenati”.