Palazzo Bratti Cesena, l'immobile sarà venduto

L'edificio ceduto dal nobile zio, affare poi annullato in Corte d’Appello dopo la denuncia dell'attore Orso Maria Guerrini

Palazzo Guerrini Bratti

Palazzo Guerrini Bratti

Cesena, 13 gennaio 2018 - Non ha mai nascosto, Orso Maria Guerrini, il noto attore erede del magnifico palazzo Guerrini Bratti di via Chiaramonti, al centro di una vicenda giudiziaria approdata ormai alla conclusione, che volentieri avrebbe venduto la storica magione dei suoi avi (lui vive da molto tempo a Roma). Si augurava a suo tempo che per acquistarlo si facesse avanti un magnate per conservare un bene dal valore storico, architettonico e artistico di grande spessore.

Non ha mancato, Orso Maria Guerrini, di evidenziare che a suo tempo il Comune avrebbe avuto diritto di prelazione ma non lo fece valere. Oggi appare più che mai improbabile che l’ente pubblico, nella condizione di alienare più che di acquistare, possa riservare un interessamento e così, in via riservata, si apprende che ci sono movimenti per sondare eventuali altri interessi d’acquisto sul palazzo. Insomma, il palazzo è in vendita, anche se c’è la possibilità di un’ultimissima battuta sul fronte giudiziario, l’eventuale ricorso in cassazione da parte degli imprenditori che a suo tempo lo acquistarono, passaggio di proprietà annullato - l’ultima sede è stata la corte d’appello di Bologna - con l’aggravante della circonvenzione d’incapace ai danni del vecchio zio di Orso Maria, Leonfrancesco Guerrini Bratti.

Ma la Cassazione, nel caso, potrebbe solo verificare un eventuale vizio di forma dell’ultima sentenza poiché la verità giudiziaria ormai è stata confermata. Il vecchio conte Leonfrancesco vendette il palazzo nel 1999 per un miliardo e 400 milioni delle vecchie lire. Ma il suo valore, all’epoca, veniva stimato sui 4 miliardi di lire. Più o meno la somma a cui potrebbe andare in vendita, è quella infatti l’entità (con margine di mediazione) su cui si potrebbe aprire una trattativa con gli eredi: Orso Maria Guerrini e la sorella Ilaria.

Il passaggio di proprietà potrebbe garantire la valorizzazione di un bene straordinario la cui cura andrebbe a vantaggio anche del centro. Difficile immaginarne la destinazione d’uso. I tre piani del palazzo, più le magnifiche cantine a botte, custodiscono affreschi, fregi, statue, suppellettili e mobili molto interessanti, e la Sovrintendenza non lascerebbe passare un suo snaturamento.