Pedalate da Oscar nella ciclovia del Savio

Il Grand Tour di 172 chilometri si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento: ""Esempio vincente di integrazione tra pubblico e privato"

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Tra i primi a darne notizia, sui suoi profili social, è stato il presidente della Regione Stefano Bonaccini, con un post che ha fatto immediatamente incetta di ‘like’ e commenti entusiastici: il Cesenate ha una ciclovia da Oscar. Già, perché il ‘Grand Tour della Valle del Savio’, affascinante itinerario ad anello, da percorrere in bici nei territori attraversati dall’omonimo fiume, si è aggiudicato l’Oscar italiano del cicloturismo. Il prestigioso riconoscimento, giunto alla settima edizione, viene assegnato ogni anno alle ‘green road’ delle regioni che promuovono le due ruote con servizi mirati al turismo lento.

Il Grand tour della valle del Savio ha scalzato le Strade di Marca, percorso cicloturistico a tappe tra i Monti Sibillini e l’azzurro del Conero, nelle Marche, e la ciclabile Valchiavenna, in Lombardia. "Esempio vincente di integrazione tra pubblico e privato, che ha saputo mettere in rete tutti i soggetti della filiera turistica per valorizzare il territorio attraverso la bicicletta, in una regione da tempo impegnata nell’attuazione e promozione dei percorsi dedicati al turismo lento e responsabile": questa la motivazione con cui è stata premiata la ciclovia, sabato sera a Matera. A ritirare il premio c’erano Enzo Lattuca, nel suo ruolo di Presidente dell’Unione dei comuni Valle del Savio, e l’Assessore delegato al turismo di vallata, Marco Baccini.

Esteso per 172 chilometri, il Grand Tour della Valle del Savio può essere cominciato e terminato in uno qualsiasi dei sei comuni dell’Unione, ciascuno con una sua peculiarità: in primis Cesena, con la Rocca, l’abbazia del Monte, il teatro Bonci e la Biblioteca Malatestiana, ma anche Piazza del Popolo e il monumentale Ponte Vecchio, porta d’ingresso delle prime colline cesenati. Poi San Carlo e Borello, con i giacimenti di zolfo; Mercato Saraceno, dove si segnala Palazzo Dolcini, uno dei primi edifici realizzati in stile liberty in Romagna; Sarsina, cittadina che diede i natali a Tito Maccio Plauto, considerato il padre della commedia moderna.

Tra zone alberate e cespugli di ginestre, il Tour conduce prima a San Piero in Bagno e poi a Bagno di Romagna, località nota fin dall’antichità per le sue acque termali. Ecco dunque Verghereto, arroccato in alto: da qui si può godere di una vista incantevole sull’alta Valle del Savio. Il percorso si addentra dunque nel magnifico Parco delle Foreste Casentinesi, patrimonio Unesco, con Sasso Fratino e le faggete che in autunno danno vita a uno spettacolare foliage. I punti di interesse non sono certo finiti qui: ce n’è per tutti i gusti, dal punto di vista culinario come da quello naturalistico, storico e artistico.

Interamente segnalato e collegato ad altri percorsi e alla rete ferroviaria, il Grand Tour si sviluppa in gran parte su strade a bassa densità di traffico, frequentate più da ciclisti che da automobili. Offre inoltre vari servizi per cicloturisti, tra cui punti di ricarica per e-bike, pannelli informativi, fontane d’acqua, bike sharing, negozi convenzionati, strutture ricettive, ristoranti e cantine bike friendly, con servizio di ciclofficina e cicloguide. Tutti i servizi fanno parte del Valle Savio Bike Hub (vallesaviobikehub.it), un progetto pubblico-privato che intende valorizzare il cicloturismo nel cuore della Romagna.

Maddalena De Franchis