Per il crac dell’Ac Cesena altri patteggiamenti

E’ sempre più esigua la pattuglia degli imputati che intendono affrontare il processo con rito ordinario se il Gip disporrà il loro rinvio a giudizio

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Dopo quattro anni dall’avvio dell’inchiesta, sta per calare il sipario sulle indagini preliminari per la bancarotta dell’Associazione Calcio Cesena: ieri davanti al giudice delle indagini preliminari Giorgio Di Giorgio c’è stata la penultima puntata dell’udienza preliminare che si concluderà il 15 luglio, quando saranno tirate le somme di patteggiamenti, riti abbreviati, proscioglimenti e rinvii a giudizio.

Nella lunga udienza di ieri hanno discusso le rispettive posizioni gli avvocati Alessandro Sintucci per i reati fiscali dei quali è accusato l’ex vicepresidente Graziano Pransani che aveva già patteggiato la pena di 18 mesi per i reati legati alla bancarotta, gli avvocati Federico Mazzacuva e Stefano Spinelli per Enrico Brunazzi (per un periodo membro del collegio sindacale), l’avvocato Daniele Molinari per Claudio Manuzzi, e l’avvocato Antonella Monteleone per Christian Dionigi. Partendo da punti differenti sono tutti arrivati alla stessa conclusione: la richiesta di non luogo a procedere.

A metà luglio ci sarà l’udienza conclusiva con l’ufficializzazione degli accordi di patteggiamento di Giorgio Lugaresi (tre anni e due mesi di reclusione), Gabriele Valentini (un anno e sei mesi), Mauro Urbini (un anno e sei mesi), Beatrice Montevecchi (un anno e quattro mesi), Igor Campedelli (un anno e sei mesi). A questo elenco, già noto, vanno aggiunti i nomi degli ex consiglieri d’amministrazione Walther Casadei e Annunzio Santerini, difesi dall’avvocato Marco Martines, che hanno raggiunto un accordo con la Procura della Repubblica per l’applicazione della pena di un anno e quattro mesi di reclusione, nell’ipotesi che ciò non influisca sullo svolgimento del processo civile. Il curatore del fallimento dell’Ac Cesena, il commercialista bolognese Marco Morelli, ha infatti avviato un’azione di responsabilità nella quale chiede la somma complessiva di 88 milioni di euro a 24 ex amministratori, sindaci, revisori legali dell’Ac Cesena e del Chievo Verona, partendo dalla convinzione che tra gli elementi che hanno causato il dissesto della società bianconera ci siano le plusvalenze fittizie generate da compravendite sull’asse Cesena-Verona di giovani calciatori con valutazioni fuori mercato, utili solo a raggiungere nei bilanci i parametri necessari per potersi iscrivere al campionato dell’anno successivo. Va sottolineato che nei patteggiamenti si parla di anni e mesi di reclusione, ma nessuno andrà in carcere perché le pene sono tutte coperte dalla sospensione condizionale.

Fra patteggiamenti, riti abbreviati e proscioglimenti già stabiliti dal Gip (Augusto Balestra e Fabio Fabbri di Orienta Partners) il processo con rito ordinario per il fallimento dell’Ac Cesena vedrà sul banco degli imputati un numero assai ridotto di ex amministratori, dirigenti e sindaci bianconeri.

Paolo Morelli