Più educazione civica per aprire la mente

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Luigi

Di Placido*

Sono un laico, senza il dono della fede per come viene intesa dalla religione cattolica.

E credo che lo Stato laico sia la più grande conquista della cultura occidentale, e per questo vada difeso, come spazio dove il diritto alla fede non è diritto all’imposizione.

La laicità, che non è anticlericalismo, considera pienamente legittimo il professare una religione, a patto che siano innanzitutto rispettate le leggi dello Stato laico, che possono essere modificate ma che, finchè sono in vigore, sono il cardine principale della nostra società.

Per questo ritengo sbagliato aver interrotto una lezione perchè l’ascolto di canzoni non sarebbe stato gradito a studenti di fede musulmana. E, sia chiaro: avrei giudicato in maniera uguale una lezione negata su aborto, fine vita o contraccezione su richiesta di studenti di fede cattolica. Sono laico, ma non provo fastidio se qualcuno pronuncia il nome di Dio, o quando sento il suono delle campane; e il crocifisso sulle pareti delle scuole forse è più spunto di riflessione per i credenti, ormai ridotto ad una formalità che poco ha a che vedere con il significato di quel simbolo per chi crede.

Provo più fastidio quando una donna non riesce ad interrompere la sua gravidanza per mancanza di personale medico disposto ad aiutarla, perchè parliamo di leggi dello Stato laico. C’è tutto quel bagaglio di cultura e valori che ogni Paese porta dentro di sè, e che ne costituisce l’aspetto fondante: l’accoglienza e la tolleranza non possono e non devono comportare che questo bagaglio venga disperso o abbandonato. Spiegare la letteratura italiana anche attraverso le canzoni di De Andrè è esattamente questo, e chi ritiene di voler far parte della nostra comunità lo può accettare, non come imposizione ma come spinta ad una migliore e maggiore integrazione. Chiudere il discorso religioso nelle chiese e nelle moschee non fa il bene di una società sempre più multicultulturale e multireligiosa.

Ecco perché è sempre più fondamentale tornare ad insegnare educazione civica.

*consigliere comunale di ’Cambiamo’