
Gli esponenti di Pri, Azione e Liberaldemocratici alla presentazione della posizione congiunta sui cinque quesiti referendari in vista della consultazione di domenica
Quattro no e un sì. Con l’invito agli elettori di recarsi al seggio per il referendum, ma senza demonizzare chi - per sostenere le ragioni del ‘no’ – deciderà di non farlo, togliendo spazio al quorum. Ieri mattina Pri, Partito Liberaldemocratico e Azione hanno illustrato insieme la loro linea.
"Si tratta di cinque nodi cruciali - hanno detto - che vanno affrontati e risolti in Parlamento e nella contrattazione per il futuro del lavoro e della cittadinanza in Italia. No all’abrogazione del contratto a tutele crescenti (il Jobs Act), che ha introdotto un equilibrio tra diritti del lavoratore e necessità dell’impresa. L’abrogazione creerebbe instabilità normativa, senza vantaggi per i lavoratori; no all’eliminazione del tetto sulle indennità per i licenziamenti nelle piccole imprese, che genererebbe un’irragionevole disparità con quelli delle grandi aziende; no alla stretta sui contratti a termine che impedirebbe alle imprese di affrontare con rapidità picchi produttivi, sostituzioni o commesse temporanee e che per molte realtà, soprattutto piccole, significherebbe non poter più assumere e no all’estensione illimitata della responsabilità solidale negli appalti, perché attribuire al committente la responsabilità anche per ciò che non controlla direttamente – e che è affidato a professionisti qualificati – è contrario a ogni principio di proporzionalità giuridica".
Viene invece indicato il ‘sì’ al quesito riguardante il dimezzamento da dieci a cinque anni per ottenere la cittadinanza italiana: "Non è una scorciatoia, ma un atto di responsabilità civile. Riconoscere la cittadinanza a chi vive, lavora, paga le tasse, manda i figli a scuola e rispetta le regole del nostro Paese rafforza la coesione sociale".
In relazione all’intervento del sindaco Enzo Lattuca, che il 2 giugno aveva contestato chi invita a non presentarsi al seggio, è invece intervenuto Lugi Di Placido, referente provinciale dei Liberaldemocratici: "In occasione dei passati quesiti sul tema della giustizia che avevano la loro matrice nel centrodestra, la parte di centrosinistra che sosteneva il no riconosceva come valida scelta quella dell’astensionismo, oggi invece contestata duramente. Il referendum è radicalmente diverso da un’elezione politica o amministrativa e un esperto di giurisprudenza quale è Lattuca dovrebbe ben saperlo".
Alla conferenza stampa sono intervenuti anche, tra gli altri, Romano Fabbri, Germano Gabanini, Alessandro Magnani ed Edera Spinelli del Pri e Nikolas Subrani e Annalia Bianchi dei Liberaldemocratici.