Preghiera per Davide al parco delle Vigne

I familiari promuovono domenica un ricordo di Calbucci nell’anniversario del brutale omicidio

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"E’ passato un anno dalla morte di Davide, un anno durissimo, un anno di dolore, un anno in cui tutto è cambiato". Iwona Bednarz, la moglie di Davide Calbucci, ucciso il 19 dicembre del 2020 dal vicino di casa Giuseppe Di Giacomo, non vuole che il marito sia dimenticato e ha pensato assieme ai parenti a un momento di preghiera per Davide, domenica mattina alle 8.45, a un anno esatto dall’omicidio del marito. Il luogo scelto per ricordarlo è lo stesso in cui è stato consumato un anno fa l’atroce delitto: il parco della ‘Buca’, alle Vigne. E lunedì sera alle 20 sarà celebrata una messa alla chiesa delle Vigne. "A noi farà un gran piacere se verrà tanta gente al parco – spiega Iwona – perché adesso Davide ha bisogno solo di tanta preghiera. Siamo sprofondati nel dolore un anno fa e ancora non riusciamo a convivere con questa triste realtà, e sarà così per sempre. La perdita è immensa. Non ci sono le parole giuste per spiegare l’inferno che abbiamo passato e che dovremo passare. Ora si avvicinano giorni durissimi per noi: l’anniversario della morte, il compleanno di mia figlia Ambra e il Natale".

Meno di due mesi fa la Corte d’Assise di Forlì ha pronunciato la sentenza di primo grado per l’omicidio di Davide Calbucci condannando il vicino di casa 67enne Giuseppe di Giacomo all’ergastolo. Al processo sono stati ripercorsi i drammatici momenti di quella mattina di dicembre di un anno fa. Davide, allora 49enne era uscito presto di casa per portare a passeggio il cane al parco delle Vigne. Di li a poco arrivò il vicino 67enne di origini siciliane, che ha sostenuto al processo di essere stato provocato dalla vittima e di aver reagito d’impulso colpendo il povero Davide con un coltello che usava per tagliare le erbette nei campi. Gli avvocati Alessandro Sintucci e Marco Baldacci, che tutelano i parenti della vittima, hanno sostenuto al contrario che il colpevole era uscito di casa con l’intento di uccidere e portandosi dietro un coltellaccio utilizzato per disossare l’agnello. La certezza, emersa al processo, è che Davide è stato colpito con 34 coltellate inflitte senza sosta da quel vicino di casa con cui perduravano da anni screzi condominiali. Di Giacomo è detenuto in carcere a Forlì dal giorno dell’omicidio, quando si costituì per il folle gesto commesso.

Annamaria Senni