
Matteo Brighi è presidente dei giovani imprenditori di Confartigianato. La sua azienda opera in 65 paesi nel mondo
Matteo Brighi, presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato e socio di Brighi Group, nella vostra azienda usate l’intelligenza artificiale?
"Utilizziamo l’intelligenza artificiale da fine 2023 in diversi processi, ma il più rilevante è sicuramente quello del customer service. Abbiamo sviluppato un software interno, alimentato con tutte le informazioni tecniche necessarie, che permette di fornire assistenza di primo livello in modo completamente autonomo ai clienti durante le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria delle nostre macchine".
In concreto cosa succede se un cliente si rivolge a voi per assistenza?
"Tramite l’intelligenza artificiale, riusciamo a gestire autonomamente circa il 5% delle richieste di assistenza, soprattutto quelle legate ai guasti più ricorrenti e semplici. In questo modo, il nostro personale può dedicarsi a compiti di più alto valore e impegno".
Di cosa si occupa la vostra azienda?
"L’azienda è stata fondata nel 1970 a Forlimpopoli da mio nonno Antonio Brighi. Siamo specializzati in automazione e robotica applicata principalmente ai settori dell’arredamento, del tessile e dell’economia circolare. Progettiamo e costruiamo macchine automatiche per la lavorazione del tessile imbottito, come cuscini, trapunte, sacchi a pelo e divani".
L’intelligenza artificiale, secondo lei, è un aiuto per le aziende?
"Assolutamente sì. È uno strumento fondamentale per le aziende che vogliono rimanere competitive in un mercato sempre più complesso, che richiede investimenti costanti e capacità di innovare. L’intelligenza artificiale rappresenta un nuovo modello di business, sia come opportunità per chi la utilizza, sia per chi contribuisce al suo sviluppo, rendendola sempre più intelligente e meno ‘artificiale’".
Nessun timore sui risvolti futuri che potrebbe avere l’utilizzo dell’intelligenza artificiale?
"No, nessuno. Credo sia fondamentale per l’Italia adottarla in modo esteso. Dobbiamo competere con il mondo intero e abbiamo bisogno di strumenti nuovi per farlo. L’intelligenza artificiale consente alle aziende di ottimizzare i processi e di concentrare tempo e risorse sulle attività che generano maggior valore".
Secondo lei sostituirà il lavoro dell’uomo?
"No, non credo che l’I.A. sostituirà mai il lavoro dell’uomo. Sarà piuttosto un supporto prezioso, soprattutto per colmare le carenze dove l’intervento umano è meno efficiente".
In Italia siamo indietro rispetto ad altri Paesi?
"Purtroppo sì, siamo indietro rispetto a Paesi come gli Stati Uniti, dove i modelli di intelligenza artificiale sono già ben integrati nei processi aziendali. Nel nostro caso l’implementazione del software è stata una grande sfida, perché siamo stati tra i primi ad adottare un sistema simile nel nostro settore. L’intero progetto di intelligenza artificiale è stato sviluppato internamente dal nostro team digitale".
Voi lavorate molto con i paesi esteri?
"Il 45% del nostro fatturato proviene dagli Stati Uniti, dove abbiamo una sede a Houston, in Texas. Operiamo in oltre 65 paesi, mentre in Italia realizziamo circa il 2% del nostro fatturato. Siamo in attesa degli sviluppi su dazi doganali: se dovessero superare una certa soglia, valuteremo la produzione diretta in loco di una parte dei nostri impianti specifici per il mercato estero".