"Prof senza Green pass? Casi sporadici"

I presidi degli istituti superiori minimizzano il fenomeno. Un docente allontanato dallo Scientifico ora rischia una pesante multe

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di Annamaria Senni

Primo settembre 2021, il green pass fa il suo ingresso nel mondo della scuola: obbligatorio per i docenti e per tutto il personale. Appena dieci giorni dopo il governo introduce l’obbligo della certificazione verde per chiunque entri negli istituti, eccetto gli allievi. Le cose potrebbero cambiare esclusivamente per i genitori degli studenti, l’ipotesi sarà discussa al governo. Fatto sta che al momento solo gli alunni possono entrare nelle aule scolastiche senza Green pass. Ci mancherebbe. Sarebbe un ‘attentato’ al diritto all’istruzione di ciascun allievo, sancito dalla Costituzione. Ma le complicazioni restano, e negli istituti è un controllo continuo per verificare l’idoneità del Green pass, da parte di presidi, docenti, e bidelli. Non si varca la soglia di nessuna scuola cesenate senza il documento verde.

"Al liceo Classico tutti gli insegnanti ne sono dotati – spiega la dirigente Simonetta Bini – ma è veramente faticoso controllarli ogni giorno. La procedura porta via tempo: ci colleghiamo alla piattaforma ministeriale e ci compare una ‘luce verde o rossa’ a seconda che la persona sia abilitata o meno. Se ravvisiamo un problema parliamo subito col diretto interessato e poi avvisiamo il provveditorato". A Cesena vi è una piccolissima parte di docenti (tra superiori, medie, primarie e infanzia) che si sottopone regolarmente a tampone (ogni 48 ore) e rifiuta il vaccino. Gli insegnanti esclusi dalla comunità scolastica al momento sono davvero pochi. Casi isolati, certamente una minima parte rispetto alla totalità di docenti che rispettano e si uniformano alle normative. Ma questi casi fanno discutere, perché qui non si tratta solo di violare le regole, ma anche di mettere a rischio la salute di chi le regole le sta rispettando. Il caso della maestra di Mercato Saraceno è stato dai più criticato, non tanto per la sua contrarietà al vaccino, quanto per la lettera inviata agli alunni di quinta elementare. Un messaggio sulla chat dei genitori degli allievi in cui la maestra spiegava le sue ragioni e aggiungeva le parole (criticate dai genitori per paura che possano essere prese ad esempio dai figli) "io disobbedisco". Ma alla maestra di Mercato, docente in una scuola primaria di Bivio Montegelli, bisogna perlomeno riconoscere il merito di essersi astenuta dal recarsi a scuola, rinunciando anche a percepire lo stipendio senza reclamare. Non così ha fatto un professore di matematica del liceo scientifico che è stato bloccato per ben due volte dalle forze dell’ordine mentre cercava di ‘introdursi’ al ‘Righi’ senza Green Pass, e senza essersi sottoposto al tampone. Al professore è stato intimato di non entrare nell’edificio ma, nonostante la presenza degli agenti, il docente ha cercato di raggiungere la cattedra. L’episodio risale a una settimana fa e l’insegnante cinquantenne ha reiterato il comportamento scorretto. Ora rischia di incorrere in una sanzione amministrativa da 400 a 1000 euro. "Al suo posto adesso c’è un supplente, dato che l’insegnante – spiega la vice preside del Righi, Carolina Rossi - si è preso un permesso per altre motivazioni".

Di professori pronti a perdere lo stipendio pur di portare avanti le loro convinzioni non ce ne sono tanti per fortuna. Ma i casi non sono finiti e non finiranno. Rimangono nell’anonimato, ma quando i loro gesti si fanno eclatanti diventa difficile non parlare di loro. C’è chi usa la fantasia e si ingegna, come un professore 52enne di Cuneo che ha fatto lezione all’aperto ai suoi allievi fuori dalle mura scolastiche ‘perché lì non c’era obbligo di green pass’, o l’insegnante di arte di una scuola di Orvieto che ha affisso un cartello di protesta fuori dalla scuola per contestare il green pass. Le sospensioni in questi casi sono quasi automatiche.