Pronti ad accogliere gli studenti nelle classi

Labruzzo: "Alcuni di loro per ora seguono la dad dall’Ucraina". Ma le scuole avrsanno. un ruolo cruciale

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di Francesca Siroli

Per i piccoli profughi dell’Ucraina l’accoglienza passa soprattutto dalla scuola. L’Unione dei Comuni Valle Savio si sta coordinando anche su questo fronte, affinché ogni bambino e ragazzo in fuga dalla guerra possa proseguire il proprio percorso educativo.

"Lo Sportello Sociale ha avviato un primo confronto con il settore Scuola per agevolare gli inserimenti dei minori, con il Settore Anagrafe in riferimento all’iscrizione temporanea e con il Servizio Stranieri per collaborare al reperimento di mediatori linguistici", informa il Comune di Cesena. In attesa di frequentare una nuova scuola per un periodo indefinitivo, "alcuni minori ucraini stanno svolgendo la didattica a distanza con le scuole del paese di origine", fa sapere Carmelina Labruzzo, assessora ai Servizi per le persone e le famiglie.

Qualche giorno fa il Ministero dell’Istruzione ha diffuso le prime indicazioni sull’accoglienza degli esuli ucraini. Tra i punti chiave, quello di assicurare l’inserimento in Istituti vicini ai luoghi in cui i profughi troveranno asilo, cercando di non disperdere la rete di relazione dei nuclei familiari e di favorire il raccordo con le comunità ucraine inserite in Italia. Un’integrazione che non si limiterà alle sole ore di lezione: le scuole sono invitate a coinvolgere le famiglie favorendo momenti di socializzazione anche al di fuori dell’orario scolastico.

Le risorse ministeriali ammontano a un milione di euro, utilizzabili anche per sostenere i costi dei mediatori linguistici e culturali che affiancheranno i docenti. Le scuole potranno inoltre fornire assistenza psicologia ad alunni e familiari tramite i fondi stanziati nella scorsa Legge di bilancio. Nei plessi cittadini non mancano le manifestazioni di solidarietà: chi fuori dai cancelli ha esposto messaggi di pace e bandiere arcobaleno, chi ha tenuto un minuto di silenzio per le vittime.

Proprio le scuole possono rivestire un ruolo cruciale nel promuovere la concordia e il rispetto. Alla media ‘Viale della Resistenza’, il dirigente Donato G. Tinelli ha diffuso una circolare molto apprezzata dai genitori. "Intervenendo in una classe dove è stato commesso un atto violento e chiedendone le ragioni, senza sorpresa, mi è stato spiegato dai diretti interessati che si trattava di parere contro parere — ha scritto il preside —. Quando le parole non bastano, si abdica alla violenza, il cui ricorso deriverebbe da un’educazione nella quale si è cresciuti. È anch’essa una lezione di storia, che piaccia o meno. Il mio pensiero è corso subito all’elevato numero di insufficienze nella materia di storia conseguito dagli studenti della scuola negli scrutini del primo quadrimestre. Vuol dire non disporre di una valigia di ricordi dalla quale attingere quando si tratta di interpretare quello che succede, limita la possibilità di creare un mondo muovo e induce a replicare il vecchio".