ANDREA ALESSANDRINI
Cronaca

Nuovo pronto soccorso a Cesena: dove e quando sorgerà il Cau

Il sindaco annuncia la riorganizzazione: "Gestirà al Bufalini i bisogni di salute a bassa complessità"

L’entrata del Pronto soccorso all’ospedale Bufalini. La nuova organizzazione delle urgenze prevede la realizzazione di centri sanitari per i pazienti non gravi (foto Luca Ravaglia)

L’entrata del Pronto soccorso all’ospedale Bufalini. La nuova organizzazione delle urgenze prevede la realizzazione di centri sanitari per i pazienti non gravi (foto Luca Ravaglia)

Cesena, 6 agosto 2023 – Se a Forlì già infuria la polemica sui Cau (Centri di assistenza e urgenza) e anche sul luogo dove sarà dislocato il nuovo presidio che la Regione ha istituto con l’obiettivo di alleggerire il Pronto soccorso e riorganizzare il sistema di emergenza territoriale, a Cesena l’attenzione generale è concentrata sul nuovo ospedale da realizzare nell’area di Villa Chiaviche e il confronto sul Cau non è ancora all’ordine del giorno tra amministrazione comunale, Ausl Romagna e parti sociali, anche perché ci sono ancora almeno due anni di tempo per farlo partire.

Il sindaco Enzo Lattuca è in grado tuttavia di informare dove verrà collocato, proprio mentre a Forlì si discute animatamente sul fatto che sorgerà nella futura Casa della salute di via Colombo, che deve essere interamente realizzata. Dopo l’avvio dei Cau di Bagno di Romagna, Mercato Saraceno e Cesenatico probabilmente entro il 2023 con l’entrata a regime nel 2024, i Centri di Cesena e Savignano verranno aperti nel 2025 o nel 2026

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“I centri di assistenza urgenza, - spiega il sindaco Lattuca – saranno aperti in Emilia-Romagna con l’obiettivo di accogliere i codici bianchi e verdi, che rappresentano il 70% di tutti gli accessi nei Pronto soccorso e di ridurre l’accesso improprio al Pronto Soccorso. Per quanto concerne Cesena già abbiamo una sicurezza, ed è il luogo dove sorgerà: nell’edificio dell’attuale ospedale Bufalini dove continuerà ad operare anche quando verrà realizzato il nuovo ospedale. Difficile eccepire sulla filosofia di fondo: pazienti urgenti al Pronto soccorso, gli altri nei Cau. La rivoluzione nell’organizzazione della sanità, che in Emilia Romagna è già a livelli di eccellenza, ambisce a rendere più efficienti sia il Pronto soccorso sia l’assistenza ai pazienti meno a rischio. Per quello che mi riguarda ho piena fiducia che Tiziano Carradori, direttore generale dell’Ausl Romagna, sarà in grado di attuarla nel migliore dei modi. Quello che è importante è rispondere alle esigenze dei cittadini, evitare le permanenze di troppe ore al Pronto Soccorso con gli accessi impropri e i Cau in questo senso potenzieranno la risposta territoriale per fare in modo che si arrivi all’ospedale perché ce n’è effettivamente bisogno. Fondamentale è anche l’utilizzo al massimo delle loro potenzialità dei medici della guardia medica che ora nella stragrande maggioranza dei casi si limitano a fornire una consulenza telefonica e che, riconvertiti nei Cau, potranno essere una ottima risorsa" .

In giugno è stata firmata l’intesa tra la Regione e l’organizzazione sindacale dei medici di Medicina generale Fimmg in base alla quale le guardie mediche, ora divenuti medici di continuità assistenziale, opereranno in equipe nei Centri di Assistenza Medica per le urgenze su base territoriale, che la Regione sta realizzando. Agiranno per ciò che attiene la gestione dei bisogni urgenti di salute di cittadini a bassa complessità, per lo più identificabili come codici bianchi e verdi.

"Personalmente – afferma il sindaco Lattuca - ho avuto modo di servirmi già del Cau di Cervia e ho trovato un servizio efficace e tempestivo. Fa specie che una riorganizzazione sanitaria così importante venga osteggiata come sta avvenendo a Forlì da forze politiche che si mostrano contrarie nei fatti all’innovazione e all’ottimizzazione dei servizi sanitari".