Provincia criminale, ogni giorno 35 denunce

La classifica ci posiziona al 32esimo posto in peggioramento rispetto a un anno fa: crescono furti in casa e violenze sessuali

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di Luca Ravaglia

C’erano una volta le isole felici. Quelle dove uscivi di casa e semplicemente ti ‘tiravi’ la porta alle spalle, quelle che se dimenticavi la spesa nel cestino della bici, tornavi e la ritrovavi dove l’avevi lasciata. Quelle dove la parola ‘violenza’ la sentivi nei film e non avevi occasioni per ripeterla. Non è più così e serve prenderne atto, nell’interesse dell’intera comunità. D’accordo, ma questo non deve significare rinunciare a fare il possibile per tornare a riavvicinare il più possibile una comunità a quei modelli che per decenni avevano caratterizzato questo spicchio di Romagna. Anche se al momento pare che la strada da fare sia piuttosto lunga, soprattutto per quanto riguarda il tema dei furti e – ancora di più – delle violenze sessuali. Lo testimonia la graduatoria stilata ieri dal Sole 24 Ore in collaborazione con il dipartimento di pubblica sicurezza Ministero dell’Interno e che identifica un ‘indice di criminalità’ per ognuna delle 106 province italiane. La nostra è risultata essere in 32esima posizione, in peggioramento rispetto all’anno scorso, quando eravamo alla quarantesima piazza di una classifica nella quale più ci si avvicina al numero uno, peggio vanno le cose.

In cima alla lista dei ‘peggiori’ del 2022 c’è Milano, seguita a ruota da Rimini, con Bologna quarta. Uno scalino peggio di noi c’è Palermo, 31esima, mentre Catanzaro è 33esima. Dunque la criminalità si sta radicando nel nostro territorio? Servono precisazioni che possono fare chiarezza, ma che non cancellano i numeri, che si devono interpretare, ma non cancellare. Partendo dai dati assoluti, in un anno nell’area di Forlì-Cesena sono state registrate 12.935 denunce, con una media di 3.303 ogni 100.000 abitanti. Non poche, senza dubbio. Ma questo aspetto può essere anche visto dal punto di vista del bicchiere mezzo pieno: nel nostro territorio chi subisce reati è ampiamente propenso a denunciarli alle forze dell’ordine. Aspetto tutt’altro che scontato e che indica quanto meno fiducia nei confronti delle istituzioni e desiderio di chiedere che le legge faccia giustizia. Il report analizza poi 18 diversi indicatori, stilando per ognuno una specifica sotto classifica. Restando a guardare a ciò che succede in casa nostra, l’aspetto più lusinghiero riguarda quella che viene definita una delle minacce più serie del ventunesimo secolo: la branca delle truffe e frodi informatiche. Nel settore specifico siamo infatti al 95esimo posto, con una media di 362 reati ogni 100.000 abitanti, tra i meno colpiti in Italia. Sono relativamente pochi anche i furti di auto (94esimo posto) e nell’ultimo anno non sono stati in partica registrati casi di usura. Lo stesso vale, per fortuna, per le associazioni di tipo mafioso e gli infanticidi. Siamo in 64esima posizione (media di 0,3 denunce ogni 100.000 abitanti) per gli omicidi volontari e anche le associazioni per delinquere si contano sulle punta delle dita (una ogni 100.000 abitanti).

Il lato oscuro della medaglia non è però da sottovalutare, a partire dal fatto che solo venti province in Italia fanno peggio di noi in termini di violenze sessuali, con quasi 12 casi registrati ogni 100.000 abitanti. Partendo dal presupposto che anche un solo episodio è troppo, il dato citato non può essere ignorato. Così come quelli che riguardano la gamma dei reti contro il patrimonio: Siamo al 26esimo posto per furti in abitazione, al 32esimo per le rapine e al 34esimo per i furti negli esercizi commerciali. A chiudere il cerchio c’è il mondo della droga, con 44 denunce ogni 100.000 abitanti in merito a reati legati alle sostanze stupefacenti.