Quando la ‘Chellina’ era una serva a Mercato

di Edoardo Turci

Rachele Guidi (1890-1979), prima di diventare sposa di Benito Mussolini andò come donna di servizio (un tempo si diceva "per serva") presso la facoltosa famiglia Ricchi (poi Ferri-Ricchi) di Mercato Saraceno. L’inedito appartiene alle memorie di questa famiglia, con protagonista Ersilia Ricchi, all’epoca direttrice scolastica di Dovia (Predappio) e del fratello Adolfo, ispettore scolastico. Entrambi, colleghi della maestra Rosa Maltoni, madre di Benito, intervennero più volte per "salvare" il futuro duce dal rischio reale di venire espulso da tutte le scuole del Regno a seguito delle sue intemperanze e violenze a danni dei compagni di scuola, al collegio dei Salesiani a Faenza. Ma su questo parleremo in seguito. Circostanze queste che si incrociano con la giovane Rachele Guidi, soprannominata "Chellina", nativa di Predappio, in località Salto, da Agostino Guidi e Annina Lombardi.

Ultima di cinque sorelle, e di umilissime origini, all’età di otto anni rimase orfana di padre e la sua famiglia si trovò in condizioni di estrema miseria. Rachele cominciò così ad andare a servizio presso alcune ricche famiglie. Verso i primi del ‘900 "Chellina", intelligente e schietta fece ingresso nella casa di Ersilia Ricchi di Mercato Saraceno come collaboratrice domestica e Benito prima di andare a Trento per collaborare al giornale di Cesare Battisti, chiese attraverso tramite Rachele (nel frattempo sua madre Annina, vedova, aveva sposato suo padre Alessandro, vedovo) un piacere ad Ersilia Ricchi: accogliere in casa sua il fratello Arnaldo con la sua fidanzata Augusta Bondanini per il ricevimento di fidanzamento (detto in Romagna, "rivoltaglie).

I Mussolini all’epoca non avevano una residenza adeguata per ricevere gli ospiti e la famiglia Bondanini di Paderno, località appena sopra Mercato Saraceno, aveva la sua residenza in un antico palazzo che dominava le ampie proprietà con decine di ettari tutte a coltivo e alpeggio e boschi. La distanza tra l’antica residenza dei Bondanini e il capoluogo era breve, bastava passare dal Ponte Vecchio per giungere nella piazza del paese. E mentre si accingevano ad andare a tavola si accorsero che mancava il padre Alessandro. Ersilia mandò Rachele a cercarlo, e lo trovò in un’osteria del paese dove stava mangiando. Aveva disteso un fazzoletto a quadrettoni bianchi e rosso su un tavolaccio dell’osteria, ordinato del pane e un quartino di vino, e con un coltello a serramanico stava tagliando una cipolla che mangiava assieme a del lardo che si era portato da casa. All’invito di Rachele di raggiungere gli ospiti per il pranzo di fidanzamento del figlio Arnaldo rispose che ringraziava per la cortesia, ma che lui non avrebbe mai mangiato alla mensa di un signore.

Poi seguirono le vicende che sappiamo e nel dopoguerra il nipote di Ersilia Ricchi, assieme a sua madre, vide da lontano Rachele Mussolini a Forio d’Ischia: era il 1950, relegata prima dagli inglesi con i figli si trovava ancora "confinata" dal governo italiano. Verrà liberata poco dopo, e tardivamente le riconobbero, cosi riportano le memorie, la reversibilità della pensione del marito Benito come giornalista, non avendo mai percepito alcun stipendio dallo Stato.