Quarta dose, avanti piano "Ma il virus non è sparito"

Sono poco di 5mila le persone che si sono vaccinate nell’ultimo mese. Ma i medici consigliano ad anziani e fragili di non rimandare il richiamo

Migration

La campagna vaccinale per anziani e fragili non è decollata

di Annamaria Senni

I contagi, anche se rallentano, non accennano a fermarsi, e l’invito delle autorità sanitarie è di "non rinviare la quarta dose". Qualcuno dice infatti di voler attendere la fine dell’estate per il quarto richiamo vaccinale, ma il Covid sembra non curarsi delle stagioni che corrono e del caldo che dilaga, quindi il consiglio (per le fasce più deboli) è di tutelarsi. Sono 5.183 le persone che hanno ricevuto la quarta dose in provincia di Forlì-Cesena, secondo i dati raccolti dall’Ausl Romagna la settimana scorsa. Numeri che crescono di giorno in giorno, ma è un conto che avanza molto lentamente, quasi col contagocce. Le fasce a cui è rivolto al momento il richiamo del vaccino comprendono gli immunodepressi, i malati di patologie croniche ultrasettantenni e tutti gli over 80. E se l’Emilia Romagna può definirsi virtuosa in termini di quarte dosi iniettate (il 19,7% degli emiliano-romagnoli a cui viene suggerito il ‘rinforzo’ ha aderito al richiamo vaccinale) seconda in Italia solo al Piemonte (22,4%), il quadro generale condiviso è che la quarta dose sia stata un flop (solo il 10% in Italia).

Dal primo aprile, dopo la chiusura dell’Hub vaccinale di Pievesestina, l’attività di vaccinazione continua alla Piastra Servizi all’ospedale Bufalini (dalle 14 alle 19 il lunedì, il mercoledì, il venerdì e il sabato) e all’ospedale Marconi a Cesenatico (il martedì e il giovedì dalle 14 alle 19), naturalmente su appuntamento. Intanto la situazione all’ospedale Bufalini è tornata a una quasi normalità e le persone che ad oggi si trovano ricoverate affette da Covid sono in tutto 15. Di questi uno è in rianimazione. L’ospedale ha riorganizzato completamente gli spazi e l’unico reparto in cui vi sono posti letto per pazienti Covid resta quello di Medicina Interna al sesto piano. Qui ci sono in tutto 11 posti destinati ai pazienti contagiati (di cui due per eventuali pazienti di sub-intensiva) a cui si vanno ad aggiungere altri due posti in rianimazione. In totale tredici i posti letto mantenuti per i pazienti Covid. Si tratta di postazioni dedicate a coloro che hanno come patologia prevalente il coronavirus. Il resto dell’ospedale è rientrato nella normalità. Nel caso poi in cui vi siano pazienti ricoverati in altri reparti e si scopra la loro positività al coronavirus, se la patologia primaria non è il coronavirus, bensì altra, il paziente rimarrà ricoverato nel reparto specialistico in cui si trova, e ovviamente isolato. E’ il sistema delle cosiddette ‘bolle Covid’, delle aree totalmente isolate dagli altri malati all’interno di un reparto ospedaliero.