Quel ’pasticciaccio’ all’ombra del tricolore

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La storia della bandiera sarebbe assurda in quasi tutto il mondo. Ma non in un Paese come il nostro che si sente patriottico poco e malvolentieri. E quando capita, al 99,9%, è in occasione di trionfi sportivi. Per questo, a differenza sua, non sono affatto stupito di quanto accaduto a Savignano al nostro povero tricolore. Un gesto semplice e banale che l’inossidabile burocrazia italiana ha trasformato in una montagna impossibile da scalare. E infatti il regalo è tornato prontamente al destinatario. Manco avessero recapitato materiale scottante. Beninteso, non facciamone una questione politica: che il dono arrivi da destra o sinistra poco importa. Perchè non si è trattato di una bandiera di partito e di una parte. Ma della bandiera italiana che, come ha giustamente sottolineato, unisce e non divide. Ci si difende trincerandosi dietro regolamenti e direttive ministeriali, addirittura spiegando che "la sostituzione è tecnicamente problematica per la scuola". Chissà poi perché. Vabbè, lasciamo perdere. Resta il fatto che non sono poche le bandiere italiane, ma non solo quelle, lise e scolorite che garriscono al vento davanti ai nostri palazzi pubblici. Un omaggio costato pochi euro avrebbe migliorato l’immagine di una scuola. La lezione che arriva da questa vicenda però è stata sconfortante.