Quelle fake news che arrivano dal passato

Prima di internet le ’pataccate’ correvano sui libri: una di queste mette insieme la Malatestiana e la regina Cristina di Svezia

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di Gabriele Papi

C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico: che poi è l’incipit, ovvero l’inizio, della poesia del nostro Giovanni Pascoli: ”L’Aquilone’. Nell’odierna fattispecie le cose antiche e nuove sono purtroppo le cosiddette fake news, le imposture che traboccano da Internet e non solo. Traduzione romagnola di fake news: pataccate che non stanno né in cielo in terra, ma che trovano schiere di creduloni in questi nostri tempi ansiogeni; perfidi complotti a go go’, astute bazzotterie internazionali, la terra è piatta, lo sbarco sulla luna fu realizzato a Hollywood , le scie chimiche degli aerei contaminano veleni, e via andare. Varianti moderne di imposture vecchie come il cucco. Una delle più spettacolari, nei secoli, fu una falsa credenza che riguarda in qualche modo anche la nostra biblioteca: il libro maledetto, il più blasfemo ma sacro ai miscredenti, di cui si sussurrava nelle corti europee: peccato che ancora doveva essere scritto. Era quello il libro invano cercato da Cristina regina di Svezia, colta, bizzarra e spregiudicata, cacciatrice di libri rari che fu in visita a Cesena il 1 dicembre dell’Anno del Signore 1655, in viaggio verso Roma, ospite in città della famiglia patrizia Roverella. La regina Cristina, raccontano antiche cronache, colse l’occasione per una attenta visita in prima persona alla preziosa raccolta di manoscritti custodita gelosamente dalla nostra piccola città. La regina Cristina aveva già sguinzagliato emissari e corrispondenti in tutta Europa alla ricerca del libro introvabile: “De Tribus Impostoribus”, i Tre Impostori. Che poi sarebbero stati niente di meno che Mosè, Gesù e Maometto, grandi ingannatori del mondo: l’empietà assoluta, contro ogni fede.

Un presunto manoscritto fantasma di cui si sussurrava sin dal 1200, attribuito all’inizio al ghibellino Federico II e al suo braccio destro Pier delle Vigne, poi nell’arco dei secoli - da insinuazione a insinuazione- evocato per screditare personaggi scomodi ed eterodossi: Machiavelli, Hobbes, Aretino, Spinoza. Nessuno aveva letto quel presunto libro terribile, eppure molti ne parlavano: era come “l’araba fenice: che ci sia ognun lo dice, dove sia non la sa”. Finchè, ma siamo già nel 1719, accadde l’inevitabile: il “Trattato dei Tre Impostori” apparve in edizione francese, ma pubblicato in Olanda, prima edizione pirata di diverse altre vendute, ovviamente, a peso d’oro. Ma era davvero l’opera di cui si parlava nel Medioevo, oppure un’impostura sull’impostura, ovvero una truffa commerciale (come spesso accade oggi?). Per chi volesse saperne di più: una buona pista è il testo veritiero “Il libro maledetto”, di Georges Minois (Rizzoli Editore). Basta chiederlo in biblioteca, farmacia (gratuita) dell’esercizio del libero pensiero, antidoto agli algoritmi imbroglioni.