Raoul Casadei è morto. Il re del liscio stroncato dal Covid

L’artista, 83 anni, era ricoverato al Bufalini dal 3 marzo. Grazie alla musica ha portato il mito della Romagna nel mondo. Il figlio Mirko: "Il suo ricordo sempre vivo nelle sue canzoni"

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Cesena, 13 marzo 2021 - Raoul Casadei è morto a 83 anni per le conseguenze del Coronavirus. Il re del liscio era ricoverato dal 3 marzo all'ospedale Bufalini di Cesena per l’aggravarsi dell’infezione Covid-19 che aveva contagiato pressoché l’intera famiglia Casadei nel ‘recinto’, l’insieme delle case dove i musicisti vivono a Villamarina. Quattordici su quindici i contagiati, escluso solo il figlio Mirko che dal padre ha preso le redini della compagnia di liscio. Le condizioni di Raoul si erano aggravate negli ultimi giorni, tant’è che era stato necessario ricorrere alla respirazione assistita dal casco. Gli auguri di pronta guarigione per lui erano arrivati in questi giorni da tutto il mondo. Purtroppo le preghiere non sono bastate.

Il figlio Mirko lo ricorda così: "Gli artisti come Raoul non moriranno mai rimarrà sempre vivo nella sua musica e nelle sue canzoni che viaggiano nell'aria e continuano a esistere. Oggi - ha detto - è un giorno triste per la Romagna, per tutta Italia, per la musica popolare". 

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Le canzoni più famose di Raoul Casadei

Casadei si era ammalato a fine febbraio e il 3 marzo in considerazione del fatto che la saturazione dell'ossigeno era risultata un po' bassa, i medici avevano deciso di somministrargli ossigeno attraverso il "casco".  La sua tempra forte gli ha permesso fino a qualche giorno fa di parlare con i figli al telefono e di mandare loro delle foto, ma le sue condizioni, anche per via dell'età si sono fatte sempre più serie. 

Raoul aveva preso dallo zio Secondo Casadei, l'autore di Romagna mia, le redini dell'omonima orchestra con la quale porta avanti le tradizioni della Romagna.

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Chi è Raoul Casadei

L'attività di musicista di Raoul Casadei era iniziata quasi per caso. Il suo destino, in realtà, sembrava quello di maestro elementare. Diplomato alle magistrali,  aveva insegnato per diciassette anni e tenuto come attività parallela quella del liscio, malattia di famiglia.

A sedici anni lo zio Secondo, il fondatore dell'orchestra di liscio più famosa del mondo e capostipite della dinastia dei Casadei, regala a Raoul la prima chitarra. L'ingresso nell'orchestra arriva a fine anni '50. Gradualmente Secondo gli cede le redini e l'orchestra si rinomina in Orchestra Secondo e Raoul Casadei.

All morte dello zio, nel 1971, arriva la definitiva scelta di Raoul di intraprendere a tempo pieno la carriera musicale.  Sono gli anni '70, e il liscio in Romagna è al suo massimo splendore, con decine di orchestre in ogni città e popolarità in tutto il mondo.

Raoul sulle orme dello zio diventa anche autore, con Ciao Mare, Mazurka di Periferia, Romagna e Sangiovese, solo per citare i brani più celebri. Nel 1973 la partecipazione al Festivalbar e l'anno successivo al Festival ne decretano il definitivo successo. Raoul Casadei è diventato il Re del liscio.

Lasciata dopo 40 anni l'orchestra, dal 1960 al 2000 la guida della band al figlio Mirko - che ha proseguito sulla strada della contaminazione miscelando il liscio con i ritmi dello ska e della taranta, Casadei, tra i tanti riconoscimenti ricevuti, è stato insignito, nel 2019, del 'Premio Romagnolo dell'Anno' e ha partecipato al film 'Tutto Liscio', uscito nel 2019, in cui ha interpretato se stesso in un cameo.

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Bonaccini: "Se ne va un personaggio straordinario"

"E’ veramente con grande tristezza che apprendo della scomparsa di Raoul Casadei. Con lui se ne va uno straordinario personaggio, un compositore che con grande professionalità ha portato in Italia e nel mondo un messaggio musicale profondamente radicato nella tradizione, legato all’allegria e alla voglia di vivere fino a diventare uno dei simboli, un ambasciatore della sua e nostra terra", è il pensiero commosso del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. “Voglio esprimere il più sincero cordoglio ai suoi familiari, anche a nome dell’intera comunità emiliano-romagnola. Sono certo che il nostro Raoul continuerà a vivere nella sua musica, e noi non dimenticheremo colui che per noi sarà sempre il Re del liscio”.

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