Raoul Casadei morto, Zaffagnini lo ricorda a Rockin’1000

Zaffagnini, ideatore di Rockin’1000, ricorda la partecipazione di Raoul al mega-live al Manuzzi: "Gli intonarono Romagna mia, lui pianse"

Raoul e Mirko Casadei al Manuzzi insieme nel 2016 per ‘That’s amore’ (foto Tobia Faveri)

Raoul e Mirko Casadei al Manuzzi insieme nel 2016 per ‘That’s amore’ (foto Tobia Faveri)

Cesena, 14 marzo 2021 - Era il re del liscio, ma è stato anche rocker per un giorno, suonando in uno stadio, di fronte a 15 mila persone, alcuni brani cult come ‘Bittersweet Symphony’ dei Verve e ‘Smells like teen spirit’ dei Nirvana. A ricordare la partecipazione di Raoul Casadei (morto ieri a 83 anni a causa del Covid) a That’s Live 2016 è Fabio Zaffagnini, fondatore di Rockin’1000. "Avrò sempre in mente il momento in cui mise piede al Manuzzi – racconta –. Il pubblico, riconoscendolo, si levò in coro sulle note di ‘Romagna mia’. Lui si commosse".

Raoul Casadei: niente funerale. "Per ricordarmi, meglio ballare"

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Zaffagnini, quando conobbe Raoul Casadei? "Nel 2016, in occasione della prima edizione di That’s Live che si tenne a Cesena. Eravamo alla ricerca di musicisti famosi che si volessero unire alla cover band più grande del mondo e contattammo anche Raoul e Mirko Casadei, che accettarono con entusiasmo. Il loro video di candidatura era divertente e riscosse grandi consensi sui social".

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Cos’altro ricorda? "I suoi occhi lucidi quando, imbracciando la sua chitarra, intonò insieme ai mille le prime note del brano dei Verve, dopo essere stato salutato calorosamente dal pubblico, che gli rese tributo cantando ‘Romagna mia’. Raoul per That’s Live si prepararò per settimane, studiando la scaletta dei brani rock, uscendo per una volta da quello che era il suo territorio musicale. Dopo show ci confessò che quello al Manuzzi fu uno dei momenti più emozionanti della sua carriera".

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Siete rimasti in contatto? "Sì, entrò a far parte della community di Rockin’1000, era il millino più anziano, e mi invitava anche alle sue feste di compleanno. Era una di quelle persone che ti danno l’impressione di essere tue amiche da sempre, anche se le conosci da cinque minuti. Era un buon guascone, con un’energia positiva che lo rendeva speciale". La community di Rockin’1000 gli è rimasta vicina. "Quando abbiamo appreso la notizia del suo ricovero gli abbiamo mandato un messaggio di incoraggiamento sui social. Il post ha fatto il giro del web raccogliendo le reazioni dei musicisti di ogni parte del mondo. Abbiamo ricevuto messaggi di pronta guarigione da tutta Europa e perfino da oltreoceano".

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Qual è l’eredità di Raoul? "Non ci sono parole per descrivere il vuoto lasciato dalla sua figura. Al giorno d’oggi è difficile trovare un artista in grado di mettere d’accordo tutti, creando un’identità a cui tutti siamo legati e affezionati. Questo è un periodo di grandi divisioni, Raoul invece sapeva unire".