
Con un affollato concerto-preghiera mariana tenuto venerdì sera a Sant’Agostino, in cui è stato distribuito il libro fotografico sul suo mezzo secolo di sacerdozio e la messa di oggi alle 18 in Cattedrale, la diocesi di Cesena-Sarsina si stringe al suo vescovo per il 50° di ordinazione.
Monsignor Douglas Regattieri, quando maturò la vocazione?
"Sono entrato in seminario a 13 anni, dopo la terza media, per una segnalazione del mio parroco e prima ancora della mia maestra elementare che veniva da Cesena. Durante gli anni liceali del seminario con l’aiuto di sacerdoti e superiori ho maturato la decisione di farmi prete".
Quali aspetti della vita da sacerdote ha amato di più?
"All’inizio quelli del culto, della sacralità, come le celebrazioni; cammin facendo ho compreso che la vita del prete era anche e soprattutto vicinanza alla persone, ascolto, aiuto a crescere, vicinanza nella sofferenza".
La carenza di vocazioni è divenuto un fenomeno strutturale nel mondo cristiano cattolico occidentale. C’è via d’uscita?
" Il sacerdote è elemento costitutivo dell’essere Chiesa. Senza i preti non ci sarebbe vita cristiana. Perciò siamo preoccupati che in occidente diminuiscano sempre di più ,ma non siamo disperati. L’attuale deserto vocazionale c’è e mi verrebbe da dire che è in qualche modo pensato e previsto dal Signore stesso per scuoterci e indurci a percorrere nuove vie di pastorale. Il problema è che facciamo fatica a intravvedere questi nuovi percorsi. Ma la fantasia dello Spirito suggerirà tali vie nuove…"
Nell’ottobre 2024 compirà 75 anni. Dopo aver presentato le dimissioni, se il pontefice le accoglierà, continuerà a vivere a Cesena in una casa a lei assegnata.
"La diocesi ha l’obbligo morale di provvedere al vescovo emerito. Dopo diversi anni che un vescovo ha lavorato per la comunità è giusto che sia la comunità a riconoscere il servizio prestato offrendogli, se non ha altre sue soluzioni personali, un alloggio. Abbiamo individuato, per me, ma anche per chi verrà dopo di me un’abitazione nella casa canonica che un tempo era della parrocchia dell’Osservanza".
Ha già pensato a come mettersi a disposizione della diocesi da vescovo emerito?
"Qualche vescovo emerito è tornato a fare il parroco, magari in una piccola comunità, vista l’età avanzata del pensionamento. Qualcuno si è ritirato in un convento, in un eremo, in un monastero; altri sono persino tornati in missione all’estero. Io semplicemente starò nella casa dell’Osservanza trascorrendo le giornate tra preghiera, silenzio e lettura. E se sarà possibile dedicandomi al ministero della confessione"
Quali saranno gli impegni salienti dell’anno diocesano?
"Verrà avviato un percorso che intende riscoprire la bellezza della vita cristiana, focalizzando le riflessioni e le iniziative sulle tre grandi virtù: la fede, la speranza e la carità. Lavoreremo alla preparazione al Giubileo della chiesa universale e porteremo a compimento l’anno chiaramontiano aperto il 20 agosto all’abbazia del Monte"
Vescovo, ha una passione a cui dedicarsi di più quando avrà maggior tempo per sé?
"Ne ho tre. Leggere, ascoltare musica, classica soprattutto, e passeggiare".
Andrea Alessandrini