Rissa derby Cesena, in campo i sindaci. “Incontro pubblico per chiarire”

Il primo cittadino di Cesena scrive a quello di Forlì: “Inaccettabile che una festa di sport si trasformi in un litigio”

La discussione in campo dopo il rigore per il Cesena

La discussione in campo dopo il rigore per il Cesena

Cesena, 15 febbraio 2019 - Distensione. È questa la parola d’ordine del post derby, dopo la lite e il pugno in faccia a un cameramen cesenate da parte di un ex dirigente del Forlì. E in campo questa volta non scendono le squadre, ma i sindaci delle due città. I primi cittadini di Forlì e Cesena, in doppia firma con Sara Samorì e Christian Castorri, assessori allo sport, si sono scritti ieri, con Paolo Lucchi che ha avanzato la proposta di organizzare un momento pubblico per garantire il rapporto positivo fra le due piazze.

“Quella che avrebbe dovuto essere una grande festa di sport – scrivono Lucchi e Castorri –, ma anche l’occasione per onorare i 100 anni del Forlì e per ricordare la memoria di Vittorio Zanetti, capitano di entrambe le squadre, si è trasformata purtroppo in una rissa, terminata ‘in bellezza’ con la chiusura al Cesena della sala stampa del Morgagni e soprattutto con l’aggressione al cronista e all’operatore di Teleromagna, impegnati nel loro lavoro. Si tratta di episodi, che purtroppo hanno avuto tra i protagonisti anche dirigenti di primo piano della squadra forlivese, che nulla hanno a che fare con lo spirito che le nostre comunità sanno di esprimere grazie a valori sportivi e solidali fortissimi”.

Da qui, l’appello: “Non possiamo essere testimoni inermi del clima venutosi a creare, che nulla ha a che fare con noi, con i tifosi delle due società, con le nostre comunità. Per questo ci piacerebbe convocare quanto prima, assieme a voi, i dirigenti del Forlì e del Cesena, per prevedere un momento pubblico nel quale chi ha palesato comportamenti indegni possa scusarsi. Anche per rispetto che tutti dobbiamo ai tanti forlivesi che da sempre frequentano l’Orogel Manuzzi per tifare i bianconeri”.

Pronta la risposta dei colleghi forlivesi. “I fatti che si sono verificati al Morgagni hanno lasciato profondamente amareggiata la nostra comunità – scrivono Drei e la Samorì –. È inaccettabile che questioni di gioco possano determinare situazioni gravi e spiacevoli come quelle a cui abbiamo assistito ed è necessario rendere evidente che non possono esistere motivi di giustificazione di alcun tipo per reazioni fuori controllo, soprattutto da parte di realtà che fondano la propria missione sui valori di sportività, educazione, fair play e rispetto delle regole, ponendosi come modello di riferimento per i giovani”.

Sulla base di tutto ciò, i forlivesi raccolgono l’invito “con convinzione per realizzare un incontro orientato alla distensione, ai chiarimenti e alle doverose scuse, quale passaggio inevitabile per ribadire l’amicizia fra le squadre e le tifoserie in modo inequivocabile». La chiusura è una promessa. Di quelle che, si sa, in Romagna valgono più di una firma su un contratto. “Sarà pertanto mia cura – conclude Drei –, promuovere un incontro in municipio, invitando il Comune di Cesena e i presidenti del Forlì e del Cesena, per ribadire in modo pubblico la vicinanza e l’amicizia fra le nostre città”.