Bambino travolto dal bus a Cesena, rose bianche e palloncini per Yahya

Commovente addio al bambino travolto da un bus. Don Bosi ha pregato per lui citando il Corano: "Dobbiamo cambiare tutti"

Cesena, 15 novembre 2022 - L’abbraccio della comunità cesenate sta tutto nello sguardo di don Daniele Bosi, che è un sacerdote cattolico, ma si avvicina in punta di piedi alla piccola bara bianca in mezzo al campetto del centro sportivo della sua parrocchia di Villa Chiaviche citando il corano. E’ lì per dire addio al piccolo Yahya Mohamed Djerir, che ha perso i suoi sette anni di vita lunedì scorso lungo la pista ciclabile della via Cervese, a poca distanza da casa, a causa di un incidente stradale verificatosi mentre era in bici. Yahya era musulmano, come la sua famiglia che ieri lo ha sepolto a Monteaguzzo col rito islamico, ma frequentava assiduamente anche la parrocchia. Per questo don Daniele ieri, insieme a tanti altri, ha voluto salutare il suo piccolo amico.

Rose bianche e palloncini per Yahya

"Quando andavo all’università, ho studiato il Corano e per questo voglio leggervi, qualche parola che ci accomuna, cristiani e musulmani". Parla dell’unico Dio, che ha creato gli uomini e che per loro ha fatto della terra un tappeto e del cielo un castello. Il padre di Yahya quasi lo abbraccia: "Dio è unico, Dio protegge tutti. Mio figlio era un angelo, Dio lo ha voluto e lo ha preso. Per questo io sono contento, veramente. Grazie mille don Daniele, sei un amico, sei un fratello. Grazie per quello che hai fatto. E grazie a tutti i cesenati, dal sindaco a tutti gli altri cittadini, per l’affetto che ci hanno dato e che è stato importantissimo. E’ quello che mi ha dato la forza di essere qui, adesso, a fare questo breve discorso. Grazie mille a tutti. Di cuore".

A stringersi attorno alla famiglia c’erano anche tanti bambini, gli amici di Yahya: lo hanno salutato con tante rose bianche e un fiume di palloncini volati in cielo: "Mandateli in alto - li ha esortati don Bosi - verso il paradiso. Dobbiamo vivere diversamente, dobbiamo cambiare tutti, anche voi bambini: basta capricci, basta chiedere sempre più vestiti, sempre più giochi. Vogliamo troppe cose, serve una vita più semplice". Il microfono è più volte passato di mano, tra il parroco e il genitore del piccolo: "Non c’era una domenica che non fosse qui, oltre quel prato, a giocare sul trampolino.. Aveva pure fatto dei buchi per terra a forza di saltare... Tanto che avevo avvisato il don per dirglielo".

Lo spazio per un sorriso nel ricordo del suo bimbo speciale. Ogni bambino è speciale e a nessun bambino bisognerebbe dire addio. Lo sanno tutti quelli raccolti nel campetto, intorno alla bara bianca, con sullo sfondo prima la musica, poi le preghiere islamiche e alla fine le campane, che accompagnano la partenza del corteo funebre verso l’ultima parte del viaggio verso Monteaguzzo. Ci sono gli applausi, i palloncini in cielo e le promesse. Nessuno vuole dimenticare Yahya.