"Ora che siamo stati promossi in serie A, c’è solo una domanda che conta fare: possiamo fare ancora meglio? La risposta è che lavoriamo per riuscirci".
Simone Luci, direttore tecnico del Romagna Rfc, accende la miccia dell’adrenalina nella settimana in cui la prima squadra ha iniziato il cammino di avvicinamento al nuovo torneo.
Luci, dove mette l’asticella? "Siamo tornati in A e la prima cosa da fare è meritare di restarci. Quando due anni fa eravamo retrocessi, lo avevamo fatto nel girone veneto, il più competitivo di tutti. Ci sarebbe piaciuto misurarci ancora in quel raggruppamento, ma non sarà così. Non importa, anche perché pure nel nostro nuovo girone di certo non mancano le squadre di valore: Roma e Livorno, tanto per citare due nomi, vantano una lunga tradizione che non hanno costruito per caso".
Che Romagna sarà quello della nuova stagione?
"Una squadra maturata sotto tanti aspetti, per via del lavoro del nostro staff tecnico e dei giocatori. Tosh Askew, l’allenatore, in quest’ottica è stato decisivo. Riprendiamo da dove avevamo lasciato".
Lo scorso anno non avete mai perso, dominando il torneo. Ancora non le basta.
"Non basta mai. Altrimenti dove va a finire il divertimento? Continueremo a lavorare duro, settimana dopo settimana, perché è così che si migliora. Puntiamo sulla nostra forte identità, come dimostra il fatto che nonostante la promozione non abbiamo fatto acquisti in giro per l’Italia di chissà quali giocatori. Non ci interessa, le nostre forze sono quelle che crescono in ‘inca sa’, nei club della franchigia. E’ il nostro approccio da sei anni. E’ il nostro biglietto da visita. Vincente".
Come procede la fucina di talenti?
"L’obiettivo è quello di avere entro 3 o 4 anni uno zoccolo duro di ragazzi cresciuti qui come punto di riferimento in prima squadra. Aspettiamo le leve 2008 e 2009: credo proprio che ci sarà da divertirsi".
Dove vede il Romagna Rfc nel prossimo futuro?
"Dobbiamo alzare il livello anno dopo anno. Partiamo dal mantenimento della categoria per poi rilanciare. Sopra di noi c’è élite del rugby nazionale. L’olimpo dei migliori. Servirà tempo, ma è lì che guardiamo".
Qual è la strada?
"La crescita deve essere omogenea e riguardare tutte le società affiliate alla franchigia. Vale sia per i settori giovanili, che dai campionati regionali dovranno gradualmente passare a disputare quelli interregionali e nazionali, sia per le prime squadre dei club a noi legati. Tra qualche anno vedo un campionato di serie B nel quale diversi club faranno parte del nostro progetto".
I giovani...
"Da quando siamo diventati un polo federale, abbiamo assistito a una crescita incredibile. Lavoriamo congiuntamente, condividendo metodi e riflessioni con tutti gli staff tecnici. La voglia e l’energia si tagliano a fette: siamo determinatissimi. Siamo pronti".