
Il reddito medio nella provincia di Forlì-Cesena è di 21.796 euro all’anno. Il rialzo di alcuni beni primari ha registrato aumenti superiori al 20%. Ma i cesenati non rinunciano alla colazione al bar e al pasto al ristorante. .
"Buongiorno, una pasta e un caffè per piacere?". "Certo, sono 4 euro". Servizio impeccabile, prodotti prelibati, tavoli eleganti, sole, mare, sabbia... tutto perfetto, tranne il conto. Non è un po’ salato in un bagno al mare a Cesenatico? La colazione del sabato mattina inizia così: con gli aumenti. E quello che rimbalza nitido, agli occhi di tutti, è che ‘i salari sono al palo, ma il costo della vita è alle stelle’. Anche nella nostra città sono in aumento le famiglie che, pur avendo due lavoratori in casa, a causa di contratti sempre più precari e stipendi troppo bassi, fanno fatica a far quadrare il bilancio e ad arrivare a fine mese. La colpa? Sicuramente la giungla degli aumenti è una delle principali cause delle difficoltà. Eppure un timido aumento degli stipendi in provincia di Forlì-Cesena si è registrato negli ultimi anni. Crescita del +6% del reddito medio tra il 2022 e il 2023 (si legge nel rapporto rilasciato dall’osservatorio Cisl Romagna 2025) anche se crescono le diseguaglianze di reddito. Nel 2023 il territorio di Forlì-Cesena (dove i redditi percepiti nei centri urbani risultano essere di gran lunga superiori a quelli dell’Appennino) si è posizionato al secondo posto nella graduatoria delle province romagnole con un reddito medio pari a 21.796 euro all’anno. Reddito superiore alla provincia di Rimini (20.248 euro) ma inferiore a quello della provincia di Ravenna (23.296 euro). A Forlì-Cesena, poi, il 32% dei contribuenti si colloca nella fascia sotto i 15mila euro, mentre soltanto il 3% si riconosce nella fascia più alta, da oltre 55mila euro.
Se poi guardiamo a un altro dato (quello dei beni primari) vediamo che gli aumenti sono stati superiori al 20% in cinque anni (Istat). Qualche esempio. Dal 2019 al 2023 il costo dello zucchero è aumentato del 64%; quello del riso del 50%; quello dell’olio d’oliva del 42%; quello della pasta del 40%; e quello del latte del 22%. Per non parlare dei rincari di acqua, luce e gas.
Ma quello che stupisce è che, comunque, nonostante i rincari, gli italiani (o almeno parte di essi) spendono sempre di più per mangiare fuori, tanto che, lo scorso anno, hanno toccato la cifra record di 94 miliardi di euro. Quindi, anche se i prezzi in bar e ristoranti continuano ad aumentare, (per ora) non ci si rinuncia. Ma si teme che (se i prezzi continueranno a salire), le tendenze cambieranno e ci sarà maggiore attenzione all’offerta, e si valuterà menù, ambiente e servizio.
Un altro fatto curioso è che, a livello nazionale, per le imprese iscritte e cessate presso le camere di commercio, emerge un dato negativo di oltre 19mila unità. Venendo al dato locale, dal ‘Rapporto sull’Economia Romagna - Forlì - Cesena e Rimini 2024 e scenari’ dedicato al settore alloggio e ristorazione, secondo i dati del registro delle imprese in provincia di Forlì-Cesena, al 31 dicembre 2024 si contavano 2.682 sedi di imprese attive del settore alloggio e ristorazione: di cui 529 imprese appartengono all’alloggio e 2.153 alla ristorazione. Rispetto al 31 dicembre 2023 si rileva una stabilità delle imprese attive, con una lieve diminuzione delle attività ristorative (-0,4%), e un aumento di quelle ricettive (+1,5%).