Grano nel sale di Cervia, formaggio ritirato dai supermercati

Pronta la causa alla Salina: il caseificio Pascoli penalizzato dal sale contaminato

Raccolta del sale a Cervia (foto d'archivio Zani)

Raccolta del sale a Cervia (foto d'archivio Zani)

Cesena, 31 gennaio 2017 - Pochi chicchi di grano in un sacco di sale possono scatenare un pandemonio. Lo sanno bene i titolari del Caseificio Pascoli, la famiglia Raduano, che giovedì scorso si sono visti arrivare gli ispettori del Servizio Alimenti dell’Ausl Romagna che cercavano il sale grosso di sette lotti indicati dalle Saline di Cervia e i prodotti realizzati con gli stessi. Si tratta di diversi quintali di formaggi freschi ancora presenti nel caseificio, ma soprattutto che da San Mauro Pascoli erano stati già distribuiti a negozi e supermercati anche fuori dalla Romagna. I formaggi sono stati bloccati e dovranno essere distrutti anche se le analisi fatte realizzare dalla Società Parco della Salina di Cervia hanno evidenziato una minima presenza di chicchi di grano (inferiore al cinque per mille). Ma per dire una parola definitiva sarà necessario attendere il responso delle analisi ufficiali dell’Ausl, atteso per le prossime ore.

La famiglia Raduano (Luciano, la moglie Marinella e la figlia Annalisa) è nota per la qualità dei prodotti dei Caseificio Pascoli che hanno vinto premi a ripetizione in fiere e degustazioni. Hanno da poco festeggiato i cinquant’anni del caseificio fondato da Michelino Raduano, padre di Luciano, e puntano tutto sulla qualità e sul servizio, tanto che nello spaccio aziendale ospitano anche altri prodotti alimentari e vini romagnoli. Il prodotto principe è lo Squacquerone di Romagna Dop, affiancato dal Formaggio di Fossa di Sogliano a Rubicone, Ed è proprio lo Squacquerone che ha subito i maggiori danni.

Ma i Raduano non ci stanno a subire passivamente il danno causato dal sale contaminato e hanno incaricato l’avvocato Emanuele Gentili di tutelare i loro interessi. Non si tratta solo del prodotto andato a male, ma del danno all’immagine e nei rapporti con la clientela, negozi e catene di supermercati. «Se è vero che le saline sapevano della presenza di cereali nel sale fin dai primi giorni di gennaio – dice l’avvocato Emanuele Gentili di Cesena – non capiamo perché nessuno abbia avvertito subito i miei clienti: sarebbe stato messo da parte il sale dei lotti ‘incriminati’ e tutto si sarebbe risolto in breve tempo e senza tanti problemi».

Ovvio, a questo punto che il caseificio intenda chiedere un congruo risarcimento alla Società Parco della Salina di Cervia che solo il 23 gennaio ha diffuso un comunicato stampa e gli avvisi che indicano i sette lotti di ‘sale marino integrale grosso’ da ritirare dal commercio. La sensazione è che questa vicenda sarà lunga e ‘salata’...

AGGIORNAMENTO Sale di Cervia, cessato l'allarme