San Giorgio, il supermercato non riapre: "Ho trovato troppi ostacoli"

Gilberto Balzani intendeva riavviare l’unico alimentari del paese: "Tutti chiedono soldi in anticipo, non ce la faccio"

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di Luca Ravaglia

Non sono bastati l’impegno, la determinazione e il coraggio di un uomo di 75 anni ancora pronto a rimboccarsi le maniche per rialzare la saracinesca di un negozio di generi alimentari che chiudendo i battenti nei mesi scorsi aveva tolto uno dei principali punti di riferimento del commercio di vicinato alla frazione di San Giorgio. Gilberto Balzani questo fine settimana avrebbe dovuto riaccendere le luci del market che a fine settembre era stato sconfitto dal caro bollette e da una spirale di costi sempre più pesanti: aveva messo da parte la pensione, ricontattato l’ex dipendente che lavorava in negozio e recuperato le chiavi del locale, prontoo a riallestire gli scaffali, che invece paiono destinati a restare vuoti.

Balzani, cos’è successo?

"Prima ancora di partire sono stato messo spalle al muro per questioni economiche. In pratica mi si chiede di anticipare circa 50.000 euro. Dove vado a prenderli? No, mi spiace, a queste condizioni non riesco".

Un conto salatissimo.

"Fare le somme è un attimo. Riguardo ai muri, dovrei pagare un affitto anticipato per i primi 4 mesi, per un importo di circa 7.000 euro, mentre riguardo alle forniture, i conti che mi sono stati prospettati parlano di 25-30.000 euro per allestire gli scaffali in modo da rendere attrattiva l’offerta, panettoni compresi… E a chiudere il cerchio ci sono un’altra decina di migliaia di euro da investire per il reparto macelleria e gastronomia". Cosa aveva chiesto?

"Di avere i primi pagamenti dilazionati di 15 giorni. Un paio di settimane, capite? Giusto il tempo di far entrare gli incassi iniziali. E invece no".

Quali sono le condizioni?

"Si paga tutto subito, poi eventualmente tra un mese o due si ridefiniscono gli accordi. Non ho potuto far altro che rinunciare, perché è adesso che ho bisogno di un piccolo aiuto per partire, non a gennaio o febbraio". Dunque?

"Avevo presentato i documenti in Camera di commercio, stavo definendo gli ultimi aspetti, ero pronto a partire. E invece mi sono fermato. Ho comunicato a tutti gli interessati che il supermercato non aprirà".

E’ ravennate, ma a San Giorgio è molto conosciuto.

"Una manciata di giorni fa, una donna anziana si era commossa fino a piangere, chiedendomi di riaprire il supermercato sotto casa. Le avevo sorriso, dicendo che avrei fatto di tutto per riuscirci. Non è bastato".

Capitolo chiuso?

"Faccio un appello alla città e in particolare al sindaco Enzo Lattuca, chiedendo di intercedere a mio favore: non domando molto, solo la possibilità di aspettare due settimane prima di effettuare i pagamenti iniziali. Credo che se davvero ci fosse la volontà di ridare a San Giorgio il suo supermercato, i problemi si potrebbero risolvere".

C’è un piano b?

"E’ vero che sono in pensione, ma è vero anche che sono molto motivato a dare ancora il mio contributo alla comunità. E alla zona di San Giorgio in particolare. Mi sto guardando intorno, ci sarebbe un’alternativa: un piccolo negozio che potrei forse adibire a macelleria. Ma non è a questo che penso. Continuo a credere che questa comunità abbia la necessità di poter disporre di un supermercato e vorrei tanto essere la persona che ne riaprirà i battenti. Spero di non restare solo, perché ho appena scoperto che la mia determinazione non basta".