Sandra e Urbano, la poesia anima corte Dandini

Dinanzi all’atelier di fotografia si è creato in via informale uno spazio serale animato da letture e incontri: "Tutto è iniziato con Stefano Simoncelli"

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di Elide Giordani

Cosa succede nelle belle sere d’estate in corte Dandini tra alberi frondosi, bevute allegre e piccioni sfacciati? "Niente di che, solo qualche amico che ama la poesia". Sarà la poesia, sarà che Sandra &Urbano Fotografi (in un sodalizio umano e professionale a quattro braccia) vanno oltre la fotografia e, quasi senza accorgersene, hanno dato vita ad una sorta di cenacolo dove sono volate parole di cuore e d’anima, note a sorpresa, qualche passo di danza, libagioni un po’ spiritose, una festa di compleanno. Il tutto nello spazio che si allarga davanti all’ateliernegozio di uno degli ultimi fotografi cesenati. "Tutto è cominciato con Stefano Simoncelli - racconta Urbano - che su sgabelli improvvisati ha iniziato a recitare le sue poesie a beneficio di pochi intimi". Da lì un poeta ha tirato l’altro e piazzetta Dandini si è scoperta una vocazione: sono passati di qui oltreché Simoncelli, Gilberto Vergoni, Anna Laura Moretti, Gianfranco Lauretano, Stefano Maldini, Annalisa Teodorani, Andrea Tiani, Roberta Bertozzi.

Ma la passione di Sandra&Urbano per la poesia non è di ieri. Tra gli scaffali che mostrano e nascondono piccole e grandi foto, dove la mano dell’artista scandisce la profonda differenza tra una foto fai da te e una come si deve, ci sono anche tanti volume di liriche. "Ce li hanno regalati gli autori - informa Urbano - noi, a nostra volta, li regaliamo a chi li vuole e li apprezza". Strana cosa la poesia, nasce nell’intimo ma vuole la condivisione, ed è così che la piazzetta si è ritrovata meta di una piccola folla. Macchina fotografica in resta Sandra e Urbano Sintoni sono anche i testimoni di tanti eventi, come lo Sposalizio del Mare di cui, a Cervia, hanno inaugurato una mostra con 30 anni di immagini. E sullo sfondo c’è la storia di una coppia che va mano nella mano da 53 anni. Ed è Sandra che la racconta: "L’ho conosciuto a 15 anni, era bellissimo, me ne sono innamorata subito. Era molto ganzo, i capelli lunghi, vestito di nero. Mi ha fatto battere il cuore all’impazzata. Marinava la scuola e già aveva la passione per la fotografia, dopo qualche anno me l’ha contagiata e per seguirlo ho lasciato il mio lavoro di impiegata". E’ sempre Sandra che racconta di una sorella di Urbano morta bambina, di un padre deportato in Germania e due zii (Urbano e Gino) fucilati alla Rocca. Urbano è dolce, riservato e timido, e stupisce che ai suoi esordi strappava foto in strada ai turisti di passaggio. "Ma io quando ho la macchina fotografica sono imbattibile - dice, quasi trionfante - la macchina fotografica è la mia difesa e la mia arma. La fotografia è una cosa importante. Per arrivare alla qualità io e Sandra abbiamo visitato tanti musei e frequentato corsi di alta formazione". E’ chiaro, la qualità non s’improvvisa con un click.