ELIDE GIORDANI
Cronaca

Sarsina, la Soprintendenza ‘vota’ Sgarbi: "Un tempio luminoso? Si può fare"

La dirigente Federica Gonzato apprezza l’idea del sottosegretario alla Cultura per il Capitolium

MigrationIl sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi durante la visita a Sarsina

MigrationIl sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi durante la visita a Sarsina

Sarsina (Cesena), 10 settembre 2023 – È tempo di meraviglie per Sarsina. Prima la scoperta di un tempio databile intorno al I° secolo a.C. dedicato alla Triade Capitolina, vale a dire agli dei Giove, Giunone e Minerva, poi le suggestioni intorno al suo recupero. C’è di che far volare la fantasia. Anche grazie all’incantesimo di una ricostruzione tra virtuale e reale lanciata dal sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi che di Sarsina e del suo tempio - ma il sottosuolo sarsinate ha restituito alla luce un grande patrimonio di cui il tempio è solo l’ultimo frutto - sembra essersi innamorato. Sgarbi ha lanciato l’idea di realizzare una struttura in rete metallica che ricostruisca il tempio come è stato oltre duemila anni fa, quando i sarsinati, soggetti al dominio di Roma, andavano a pregare gli dei capitolini. Una soluzione "inventata" per altri siti dallo scultore Edoardo Tresoldi. Un progetto seducente che non dispiace alla Soprintendenza di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. "Queste sperimentazioni le abbiamo apprezzate anche su altri monumenti - dice la dirigente Federica Gonzato -, perché no, dunque?".

E’ quindi un’idea che possiamo cullare anche per il tempio capitolino di Sarsina?

"Ora dobbiamo ragionare soprattutto con questo primo stanziamento da parte del Ministero per completare lo scavo e restaurarlo. Dunque proteggerlo, metterlo in sicurezza e garantirgli tutto quello che serve per la conservazione e la tutela. Fatto questo primo passo sarà un piacere, ed anche una bellissima sfida per il nostro Ministero, progettare una valorizzazione idonea che possa rendere giustizia all’importanza di questo tempio. Ben vengano, quindi, anche idee innovative, purché progettate nel rispetto del monumento".

Affidare a Edoardo Tresoldi la ricostruzione di ciò che manca al tempio romano nella sua completezza avrebbe un costo molto elevato?

"Sì, sono operazioni molto costose. La sua adozione spetta al Ministro ed anche al nostro bilancio. Immagino che un’operazione del genere potrebbe aprire le porte a forme di sponsorizzazione, così come le fasi di valorizzazione potrebbero essere condivise con gli enti del territorio. Io sono sempre favorevole a queste formule, compresa la scansione in 3D e altri sistemi multimediali poiché permettono la fruizione del bene a tante persone, allettate, ospedalizzate, recluse, impossibilitate a visitare fisicamente gli scavi".

Dunque non una formula di conoscenza multimediale in sostituzione di una visita come si era ipotizzato in un primo tempo?

"Questo non l’ho mai detto. Era solo un’operazione per partire. Conoscere i monumenti per noi significa usare tutte le tecnologie possibili. Non c’è valorizzazione e tutela se manca la conoscenza. Una scansione 3D del tempio significa, inoltre, conoscerlo appieno in tutte le sue peculiarità e studiarlo, a volte, nei minimi particolari, attraverso i microscopi elettronici. E’anche una forma di archiviazione. Supponiamo che debba esserci un evento franoso che danneggia il tempio, avremmo la sua memoria in un preciso momento. Noi desideriamo portare le persone nei siti, ma questo tipo di lavoro tecnologico allarga la conoscenza. Ben vengano, dunque, tutte le soluzioni positive che fanno bene al nostro patrimonio culturale".

Dureranno ancora molto gli scavi?

"Almeno fino alla fine dell’autunno. In base ai denari stanziati capiremo anche dove e come intervenire. E quale sarà lo sforzo ulteriore che chiederemo al Ministero".