Una terra di anarchici. È quanto emerge dal libro ’Ceppo e mannaia. Anarchici e rivoluzionari romagnoli nel mondo’ di Gianfranco Miro Gori che sarà presentato oggi alle 21 alla sala Allende. All’incontro, ad ingresso libero, oltre all’autore, il vicesindaco Nicola Dellapasqua. Il volume traccia un ritratto del movimento anarchico italiano del quale i romagnoli furono, all’origine e non solo, grandi protagonisti. "Due dei tredici biografati in tutta la Romagna – spiega Miro Gori - per l’esattezza Pietro Cesare Ceccarelli e Mario Buda, provengono da Savignano che si rivela una capitale dell’anarchia". Ceccarelli, nato nel 1839 o nel 1840, combatte come volontario con Garibaldi. Passato nelle file dell’anarchia, partecipa all’impresa del Matese del 1877. Attivo in tutta Europa, nel 1882 è in Egitto dove partecipa dalla parte dei ribelli alla rivolta indigena di Ahamad ‘Orabi Urabi, soffocata nel sangue dalle truppe inglesi. Muore al Cairo nel 1866. Mario Buda, ben più noto, nasce a Savignano nel 1883 per poi emigrare negli Stati Uniti, dove entra in contatto con gli anarchici antiorganizzatori o galleanisti e ne diviene uno degli esponenti più attivi. Assieme al gambettolese Carlo Valdinoci e altri ingaggia uno scontro impari con le autorità americane e il giorno dell’incriminazione di Sacco e Vanzetti decide di colpire il simbolo assoluto del capitalismo, Wall Street, dove colloca una bomba che provoca morti e feriti. Quindi torna indisturbato a Savignano, dove muore nel 1962.