Scuola media ‘Calamandrei’ di Sogliano al Rubicone

I legami che si stabiliscono in rete sono molto più ‘leggeri’ di un tempo. E’ meglio passare dalla conoscenza virtuale a quella reale

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Qualche giorno fa, durante l’ora di Antologia, abbiamo letto un racconto sull’amicizia. I protagonisti sono due amici, seguaci del filosofo Pitagora, Finzia e Damone, che si recano a Siracusa per contestarne il tiranno, Dionisio il Giovane; chi si espone maggiormente è Finzia e il tiranno lo condanna a morte. Il condannato chiede di poter tornare a casa per un’ultima volta, per vedere la sua famiglia; Dionisio il Giovane gli concede il permesso, in quanto Damone si offre di prendere il suo posto; quando sembra che Damone stia per essere ucciso, perché Finzia non arriva, eccolo che si presenta, motivando il suo ritardo e chiedendo di dare immediata esecuzione alla condanna stabilita. Il tiranno rimane così colpito da quella prova di amicizia e lealtà che li salva, e chiede di poter essere anche lui amico loro. L’amicizia è, di sicuro, un sentimento, che esiste da sempre, e ha delle determinate caratteristiche. Dopodiché, sollecitati dalla Prof di Italiano, ci siamo chiesti se l’amicizia di cui si parla in tv o che si nomina sui social network sia lo stesso sentimento descritto circa 2000 anni fa nella storia di Finzia e Damone o se ci siano delle differenze; e, ancora, ci è stato domandato a quale tra i due modelli ci sentiamo più vicini, quando pensiamo al “migliore amico” o all’amicizia ideale. Ecco le nostre riflessioni. L’amicizia, quella vera, è il sentimento più forte, che si possa provare per un’altra persona, perché in qualsiasi momento di bisogno, di difficoltà un vero amico ci sarà sempre. Il modello di Finzia e Damone ne è la prova e rispecchia perfettamente l’ideale di amicizia, che, siamo certi, tutti vorrebbero avere. Invece, oggi, è molto raro: è quasi impossibile che si possa instaurare un rapporto come il loro, anche per colpa dei social network, in cui basta un click per “chiedere l’amicizia” a una persona, che, in molti casi, nemmeno conosci. A dirla tutta, forse, non si dà tanto peso alla stessa parola “amicizia”; chiamiamo “amici” qualsiasi persona, che ci segua sui social, ma, alla fine, non sappiamo niente di lei e tanto meno lei di noi.

Ci reputiamo tutti amici di tutti, ma sono ben pochi quelli che darebbero la vita per un amico, se non nessuno. Diversi di noi pensano che l’amicizia sui social non dovrebbe essere nemmeno considerata tale; Anna, Aurora, Steven, Thomas affermano che non è un tasto schiacciato a farti diventare amico di qualcuno! Ci vogliono fiducia, rispetto e, soprattutto, la volontà e il piacere di conoscere la persona di cui stai diventando amico; non ci vuole un secondo per costruire un rapporto di amicizia, ma anni di conoscenza, quelli che, poi, ti porteranno a fidarti. A questo punto, però, per essere fino in fondo sinceri, vogliamo riferire il racconto di Ashley: lei stessa riconosce di essere stata “fortunata”; ha conosciuto Sara, in rete; successivamente si sono incontrate di persona ed è nata una bellissima e sincera amicizia. E qualcun altro di noi, pur ammettendo l’evidente differenza tra il frequentarsi e il comunicare attraverso un cellulare o un computer, considera “completamente normale” l’amicizia nata sui social network. Anna afferma che esistono delle differenze tra il tipo di amicizia, che nasce adesso, e quella tra i due protagonisti del racconto; il fatto di mandare messaggi, trova che sia una modalità di comunicazione molto fredda e che sia preferibile incontrarsi di persona, in quanto, se ti succede qualcosa all’improvviso, non è facile trovare il tempo per scrivere; diversamente, se l’amico è vicino a te, ti aiuterà e ti sosterrà. Un altro fenomeno, che accade attualmente, è quello di diventare amico di una persona, solo perché ha tanti followers e, quindi, per la sua notorietà. Pensiamo che fra tutte questa sia l’amicizia più falsa e, soprattutto, non capiamo, perché lo si faccia. Si tratta di modelli falsi, costruiti appositamente per creare consensi.

Questo è un argomento, che ci tocca molto e su cui riflettiamo spesso, perché è il desiderio più grande, che abbiamo, quello di trovare un amico così speciale a cui poter raccontare tutto della nostra vita, in grado di darci sicurezza, di apprezzarci, e di cui fidarsi ciecamente. A questo proposito Viola è intervenuta chiarendo subito che ha un rapporto bellissimo con tutti noi della classe e con le ragazze con cui pratica equitazione nel pomeriggio; però, si è accorta (e ancora le capita) di alcuni comportamenti, atteggiamenti da parte di qualche amico, che le hanno fatto e le fanno capire che, in fondo, certe amicizie non sono tanto sincere e forti, come sembrano. Così, ha provato già parecchie delusioni: si è sentita indispensabile e desiderata, quando hanno avuto bisogno di lei, ma poi è stata “sostituita”, quando è arrivata una persona più “importante” e popolare. Certamente si è accorta che quella non era amicizia vera, perché, se lo fosse stata, avrebbero dimostrato nei suoi confronti rispetto e attenzione verso i suoi sentimenti; ha concluso dicendo che non ha la pretesa di essere messa dagli amici su un piedistallo, ma neanche di essere messa in disparte, quando “non serve”.

L’amicizia vera, come quella di Finzia e Damone, non ammette delusioni; infatti, anche se Finzia ha tardato ad arrivare, non avrebbe mai permesso che venisse giustiziato Damone. Sbagliare è umano! Però, una volta commesso l’errore, bisogna cercare in tutti i modi di rimediare. Questo cerchiamo in un amico: che capisca, che non ci abbandoni nel momento del bisogno, che non sia ipocrita, che sia sempre all’altezza del rispetto che noi, per primi, abbiamo nei suoi confronti, che sappia accettare e, a sua volta, chiedere “scusa”, e che ci accetti per quello che siamo realmente, senza guardare a come ci vestiamo o a quanti followers abbiamo, ma che ci voglia bene davvero e a cui dare l’affetto, che abbiamo nel cuore.

Anna, Ashley, Aurora, Thomas, Viola e i compagni della classe III A della Piero Calamandrei di Sogliano al Rubicone (Istituto Comprensivo)