Scuola media di Borghi

Gli studenti alla scoperta della vita privata e segreta del poeta, tra soldatini, libri e sogni per il futuro

Migration

Avrei preferito visitare la casa di Giacomo dal vivo, per potermi soffermare con maggiore attenzione sui particolari, per guardare da vicino alcuni oggetti, o, semplicemente, per muovermi a piacimento in quella casa e per apprezzarla al massimo. Mi sono dovuto accontentare di una visita virtuale, ma, devo ammettere, che non è stato affatto male! Non so se a Giacomo piacesse di più stare all’esterno o all’interno di quella bellissima villa, ma una cosa è certa: sicuramente con tutto quello spazio poteva fare parecchie cose!

Leopardi si ricorda spesso ed ingiustamente per il suo ”pessimismo”, ma, a me piace nella sua veste più inconsueta, mi piace pensare al Giacomo bambino ed adolesecente. Giacomo giocava con I suoi fratelli e le sue sorelle, era un bambino che non amava perdere, e, successivamente, un adolescente in crisi, come la gran parte, a cui Recanati inzia presto a “stare stretta”, a causa del suo provincialismo. Durante I giochi con I suoi fratelli, il poeta di Recanati, voleva solo vincere, essere sempre il primo ed avere il ruolo più importante nel gioco, per poi farsi portare sul carro del vincitore, con una corona di alloro sul capo. Ho sempre pensato a Giacomo come al tipico ragazzo tranquillo che ama perdersi tra le pagine dei libri, ma questa visita mi ha fatto scoprire un’altra faccia del giovane Leopardi. Giacomo aveva una mente che agiva come una spugna, assorbendo tutto il sapere contenuto nelle pagine delle centinaia, se non migliaia, di libri presenti nell’immensa biblioteca di casa sua. Una prova della sua incredibile memoria era il fatto che il suo maestro si rifiutasse di insegnargli, in quanto questi sapeva già tutto quello che gli si poteva insegnare. Mi ha colpito particolarmente il fatto che, nella sua casa, per leggere in pressoché tutte le ore del giorno, spostasse continuamente il proprio tavolo in modo da farlo illuminare dalla luce proveniente dalle grandi finestre: questa sì che è dedizione seria! Ci è stato raccontato che, dal momento che suo padre Monaldo era un acceso avversario della politica napoleonica, quando Giacomo giocava con i soldatini era in grado di creare intricate storie e complotti, purché fosse sempre l’esercito napoleonico a perdere!

Alla fine, per quanto avesse una conoscenza ed una memoria fotografica fuori dal comune, Giacomo restava sempre un bambino, che come tutti gli altri tentava di imitare i pensieri del padre; comprensibile anche che non lo facesse con la madre Adelaide Antici, donna estremamente rigida ed anaffettiva. Il rapporto di Giacomo con suo padre e con sua madre influenzerà la vita di Giacomo per sempre. Concludo col dire che la visita in sè è stata veramente interessante e che consiglio questa esperienza ad altre classi.

Alessandro Pesaresi, classe 3ªC, scuola media di Borghi