
Il maggiore Diego Polio durante la trattativa con il sequestratore (Gaetani)
Cesena, 3 agosto 2014 - SI È TRASFORMATA in un cupo ‘corridoio della paura’, venerdì scorso, la corsia del reparto di lunga degenza dell’ospedale di Mercato Saraceno, teatro del gesto sconsiderato di un tossicodipendente che ha preso in ostaggio diverse persone minacciandole con una pistola.
TUTTO è iniziato intorno alle 20.30 quando Giacomo Lombardi, 44 anni, disoccupato, cesenaticense ma residente da diversi anni a Mercato Saraceno, è entrato nel nosocomio del paese in cerca di morfina. La crisi d’astinenza che annebbia il cervello, il desiderio irrefrenabile di ‘farsi’ lo hanno spinto a tentare il tutto per tutto pur di appropriarsi della preziosa ‘sostanza’. Armato di pistola e con un coltello a serramanico infilato nella cintura dei pantaloni, ha percorso scale e corridoi prima di incontrare un medico, donna, e un paio di infermiere. Pronta la risposta della dottoressa che ha spiegato l’impossibilità di accedere alla morfina convincendo l’uomo ad accontentarsi di una dose di tramadolo, un calmante. Un tentativo inutile che non ha dissuaso dal suo intento Giacomo Lombardi, il quale alzando la voce ha chiuso con sé in una stanza medico e infermiere. Grazie alla segnalazione di un sanitario riuscito a sfuggire al sequestratore, sul posto sono giunti immediatamente i carabinieri della locale stazione che hanno convinto l’uomo a far uscire dalla stanza gli ostaggi.
UN’AZIONE per nulla risolutiva, però, poiché Lombardi si è spostato nei pressi del corridoio brandendo la pistola e minacciando di sparare contro chiunque si fosse avvicinato e tenendo, in questo modo, sotto scacco gli occupanti delle stanze dell’intero reparto. Nel frattempo sono intervenuti: i militari del nucleo radiomobile di Cesena; quelli della stazione di Verghereto, con in testa il maresciallo Massimo Vicini; e il comandante della Compagnia dei carabinieri di Cesena, il maggiore Diego Polio, che ha iniziato a negoziare con il sequestratore. È nata una lunga discussione fra l’ufficiale e il tossicodipendente che, fra pianti e lamenti, ha raccontato la sua triste storia. Una vita segnata dalla perdita del lavoro e dall’impossibilità di crescere il proprio figlio, attualmente in età scolare. Non sono mancati i particolari, come le oltre duecento richieste di occupazione avanzate negli ultimi due anni dall’uomo e mai andate a buon fine, e la vicenda del licenziamento, avvenuto dopo circa 12 anni per l’acquisto da parte dell’azienda di alcuni macchinari che avrebbero preso il suo posto. Parole di rabbia e dolore, mentre nelle altre stanze gli ostaggi soffrivano e pregavano sommessamente. Con argomenti convincenti e rassicuranti, dopo circa due ore il maggiore Polio è riuscito ad ottenere prima la liberazione di tutte le persone intrappolate e poi la consegna delle armi. Giacomo Lombardi a quel punto non ha opposto resistenza e ha lasciato che i militari lo trasportassero in caserma.
L’UOMO risulta pregiudicato solo per un reato minore commesso nel 1998 e da allora non erano stati più registrati altri misfatti fino a quelli odierni. Il cesenaticense dovrà rispondere di sequestro di persona, estorsione (riferita alla dose di tramadolo), minaccia grave, interruzione di pubblico servizio e porto abusivo di coltello. La pistola dopo il controllo è risultata essere una perfetta replica, ad aria compressa, di una Beretta 92. Giacomo Lombardi si trova rinchiuso nel carcere di Forlì in attesa di giudizio. Le accuse sono gravi e rischia una pesante pena detentiva.