Settanta operai in sciopero per Massamba

Manifestazione davanti alla Orlandi di Gatteo dove venerdì notte l’operaio senegalese di 44 anni è morto cadendo da quattro metri

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I colleghi di lavoro di Massamba Ndiaye, l’uomo di 44 anni morto venerdì notte a causa di un incidente sul lavoro accaduto nel capannone della ditta Orlandi di Gatteo, ieri mattina hanno manifestato di fronte ai cancelli dell’azienda. Gli uomini che hanno condiviso i turni con l’operaio senegalese, hanno voluto testimoniare la loro vicinanza. La maggioranza dei lavoratori ha aderito all’iniziativa voluta dalle categorie sindacali Fillea Cgil, Feneal Uil, Filca Cisl e dagli esponenti dei Cobas. Ieri la fabbrica dove si realizzano imballaggi in legno e scatole in cartone per caricare la merce, è rimasta chiusa per lutto. La comunicazione alle maestranze era arrivata domenica dall’azienda, i cui titolari sono anch’essi fortemente turbati dalla morte del 44enne. Massamba Ndiaye era una persona benvoluta, un lavoratore rispettato e perfettamente integrato in Italia ed in particolare in Romagna dove aveva scelto di vivere e lavorare. La sua morte ha profondamente colpito tutti quanti lo avevano conosciuto, tant’è che sono oltre settanta gli operai che alle 6 del mattino erano presenti davanti al capannone in via Brodolino nella periferia di Gatteo. "La stragrande maggioranza dei lavoratori ha aderito – dice Giuseppe Meglio di Feneal Uil – e assieme a loro siamo rimasti in agitazione davanti alla fabbrica per l’intera mattinata. Anche se la maggior parte dei lavoratori impiegati sono dipendenti della Dierre Service, abbiamo chiesto un incontro con l’azienda Orlandi dove gli operai lavorano. Il figlio del fondatore, Luca Orlandi, è venuto a salutare i ragazzi e noi esponenti dei sindacati; gli abbiamo chiesto di riceverci in delegazione con le altre categorie sindacati, ma lui ha detto che non se la sentiva in questo doloroso momento, ma a giorni ha garantito che fisseremo un appuntamento, per capire le dinamiche dell’incidente mortale e creare i presupposti affinchè un episodio del genere non accada mai più. Abbiamo attivato una raccolta fondi all’interno dell’azienda, per sostenere le spese per funerale e trasportare salma in Senegal. Lo faremo per aiutare un lavoratore che è morto per quella che sembra una distrazione, ma conseguenza del fatto che l’ambiente di lavoro forse non era adeguatamente riscaldato".

Le due mogli ed i figli di Massamba sono in Senegal e aspettano la salma del capofamiglia per potergli dare l’ultimo saluto. Ieri davanti ai cancelli della Orlandi c’erano anche un fratello del lavoratore deceduto ed altri parenti. Anche Sek Papadou, rappresentante della comunità senegalese di Rimini, si è attivato per una raccolta di beneficenza: "Ci siamo subito mobilitati per aiutare la famiglia Ndiaye. Portare la salma in Senegal costa circa 4.800 euro, e noi vogliamo aiutare il nostro amico. Anche noi della comunità senegalese con una delegazione eravamo presenti davanti ai cancelli della fabbrica dove lavorava Massamba; ora aspettiamo di sapere tramite il nostro legale come procedere. Non abbiamo notizie dell’autopsia e una volta sciolte le riserve, procederemo per reperire i documenti tramite il Consolato, necessari per il trasporto della salma. Il nostro amico faceva parte della confraternita della Muridiyya, una delle più diffuse nel mondo islamico, per questo sarà sepolto a Tuba, una grande città santa, dove molti appartenenti alla Muridiyya preferiscono essere sepolti per motivi religiosi". Sulle cause della morte dell’operaio 44enne, è certo che sia dovuta alla caduta da un altezza di circa quattro metri, mentre stava tentando di riparare un portone del magazzino, dopo essere salito sulle forche di un muletto azionato da un collega.

Giacomo Mascellani