"Si faccia di tutto per salvare il Natale"

La decisione di nuove restrizioni non scompone i cesenati: "Mascherine all’aperto e super Green pass? Sacrificio accettabile"

di Annamaria Senni

Con l’aumento di contagi da Coronavirus cresce anche la paura di rientrare in zona gialla, un rischio paventato dal presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e suffragato dai dati quotidiani sulla diffusione del virus. Più di mille ieri i contagi in regione, e intanto il governo vara all’unanimità il super Green pass con una stretta per i no vax su bar ristoranti, teatri, cinema, piscine e discoteche. In zona gialla si introduce un certificato di natura diversa per vaccinati e non, seguendo il modello tedesco le restrizioni saranno estese ai no vax anche in zona bianca per le festività.

L’imperativo, pare abbastanza chiaro, è: salvare il Natale dai rischi e dai timori che si diffondono anche tra i Cesenati. "Se andiamo avanti così la zona gialla è inevitabile – dice Nunzia Ceserano – è giusto introdurre il divieto di frequentare alcuni luoghi a chi non è vaccinato, in modo da tutelare la salute di tutti. Io mi sento più sicura a frequentare le palestre e i ristoranti se tutti all’interno sono vaccinati. Sarei a dire il vero anche favorevole all’obbligatorietà dei vaccini per gli adulti ma non per gli adolescenti".

Dalla cabina di regia tra il premier Mario Draghi e i capi delegazione delle forze di maggioranza sulle misure anti Covid emerge anche l’obbligo vaccinale per forze dell’ordine e professori, che scatterà dal 15 di dicembre e l’obbligo della terza dose per personale sanitario e delle Rsa.

"In qualche modo dobbiamo venirne fuori e certe restrizioni sono necessarie – dice Teresa Di Nieri – . Se ci fossero nuove restrizioni mi dispiacerebbe soprattutto per il Natale e per tutto ciò che è ad esso legato, come il commercio o la ristorazione. Sono d’accordo sulla terza dose, anche se non ho fatto il vaccino con leggerezza soprattutto a mia figlia di 14 anni. Penso che un po’ di coscienza morale e un po’ di etica sia indispensabile nelle persone se vogliamo uscire dalla pandemia. Credo che sia mancata una giusta informazione rispetto al vaccino e che le cose andassero spiegate meglio".

E se si dovesse passare in zona gialla scatterà inevitabilmente anche l’obbligo di mascherine all’aperto, un’abitudine che ormai era stata dimenticata, visto che ad oggi l’obbligo permane soltanto nei casi in cui non è possibile mantenere un distanziamento. E non vi sarà nessuna eccezione per l’obbligo di mascherina tra chi è vaccinato e chi non lo è.

"La mascherina sicuramente ha stancato tutti, ma ci adegueremo – dice Mirco Pinza – sarebbe però giusto trovare una formula che vada avanti nel tempo e non cambiarla periodicamente, perché così facendo si ottiene una gran confusione. La strada che abbiamo seguito fino ad ora ha funzionato, però gli interrogativi continuiamo a porceli, perché ci era stato detto che coi vaccini non si rischiavano le restrizioni".

"L’unico modo di combattere questa pandemia – replica Ugo Casadio – è vaccinarsi, seguire le regole di distanziamento, dell’uso della mascherina e igienizzarsi spesso le mani. Non trovo plausibile la posizione di chi si rifiuta di effettuare il vaccino. Sono persone che non hanno capito che la medicina ha sempre sconfitto le malattie e le grandi epidemie, proprio attraverso vaccini e cure. Dobbiamo andare verso un’ottica di altruismo collettivo per salvaguardare le persone".