Le parlo da fautore convinto della digitalizzazione, soprattutto nella Pubblica Amministrazione. Personalmente vivo molto meglio da quando per prenotare servizi, prendere il numerino alle Poste, pagare i bollettini e quant’altro basta una semplice app. Metodi che ormai sono alla portata quasi di tutti, anche dei più anziani, visto che quasi tutti abbiamo un telefono e anche se non siamo usi al computer sappiamo cavarcela con le app. Ma qui mi fermo, perché è su quel ’quasi’ che casca l’asino. Non possiamo negare, infatti, che ci siano ancora oggi categorie di cittadini che – per ragioni economiche, di competenze, o banalmente per un fatto anagrafico –, non hanno possibilità di accesso alla tecnologia. E finché ci saranno queste persone non è ammissibile non prevedere accessi tradizionali ai servizi, soprattutto quelli pubblici. Posso capire ma non giustificare, che accada nei luoghi privati. Poi: ci sono le procedure e vanno rispettate, è vero. Ma c’è anche il buonsenso. Quello che ha avuto lei, e che abbiamo tutti (si spera), quando una persona in difficoltà, in un ufficio o per strada, ci scambia per un assistente e ci chiede di aiutarlo. Dovremmo rispondere che non siamo tenuti, che non è il nostro mestiere o dire: cerchi su internet. Ma è ovvio che chi chiede aiuto non saprebbe da dove cominciare. E a fare, spesso, ci vuol meno che a non fare.
CronacaSi prenota solo online. E agli anziani chi ci pensa?