Si scava in piazza Almerici col fiato sospeso

Potrebbero riemergere reperti romani con lo stop ai lavori. L’architetto: "Serve un’indagine archeologica seria"

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di Andrea Alessandrini

Per il rispetto dei tempi dell’intervento sulle ’Tre Piazze’ avviato lunedì – circa due anni – il problema latente non è sopra, ma sotto, e riguarda l’affioramento di reperti che che inducano la Sovrintendenza a bloccare i cantieri. Come successe per il mosaico di 50 metri quadri rinvenuto proprio in piazza Fabbri tra il 1997 e il 1998 in occasione dell’avvio dei lavori per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo a silos nell’area di fronte alla biblioteca Malatestiana dove sorgeva una domus romana. E come si verificò più volte, per reperti minori, nel cantiere della Grande Malatestiana.

Se sotto le tre piazze affiorassero reperti di pregio della Cesena romana, sarebbe una festa per archeologi e cultori d’arte, ma ciò provocherebbere l’allungamento del cantiere i tempi stabiliti dai contratti d’appalto. Una iattura per residenti e negozianti. In questi giorni in cui si è incominciaa scavare, è dunque inevitabile che gli amministratori intreccino le dita.

Il mistero perdurante su dove trova requie quel che resta del signore di Cesena tinge ancor più di’ noir’ l’atto della escavazione.

Le ossa estratte il 10 febbraio 2018 dall’urna murata in fondo alla sala del Nuti della Biblioteca Malatestiana non appartengono a Novello Malatesta, stando allo studio antropologico e paleopatologico commissionato dalla precedente amministrazione.

L’urna funeraria con circa trenta ossa permise di stabilire che erano riconducibili a un giovane vissuto due secoli e mezzo prima rispetto a Novello 1418-1465). In quei giorni la giunta annunciò che, nell’ambito del progetto di riqualificazione delle piazze antistanti la Biblioteca, sarebbero stati effettuati scavi e rilevamenti archeologici approfonditi, alla ricerca dei veri resti del ‘Magnifico Signore’ che di certo fu tumulato in quella zona. Ciò, però, non è avvenuto.

"Che sotto le tre piazze ci sia la Cesena romana è un dato acquisito – osserva Giampiero Teodorani, architetto ed ex dirigente alla cultura –. In uno studio del 2001 un pool di architetti formato da Fioravanti, Orioli, Cantori, Pezzi e il sottoscritto sollecitò una indagine archeologica dell’area Bufalini, Fabbri e Almerici, mai realizzata. La si fece, invece, per piazza della Libertà quando si sapeva che sotto c’era ben poco di interessante, a parte le fondamenta e le cantine di palazzo Mori, sventrato a fine anni ’50. Soldi spesi male, per le tre piazze invece avrebbero avuto altra resa".

"Gli scavi del cantiere – aggiunge Teodorani – non credo saranno profondi, ma se si va sotto di cinque metri viene fuori il mondo, con tutte le conseguenze per il cantiere, alludo ai blocchi". Il mondo compresi i resti di Malatesta Novello? "Quelli per me sono sotto il monumento di Bufalini, di fronte all’ingresso della Biblioteca, dove c’era la chiesa di San Francesco. Se si scavasse sul serio...".