"Siamo garibaldini, combattiamo per la pace"

Oscar Giunchi, 93 anni, storico esponente dell’Anrvg, racconta le sue drammatiche esperienze durante la Seconda guerra mondiale.

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di Giacomo Mascellani

La 135esima edizione della Festa di Garibaldi, la prima senza il tradizionale Palio della Cuccagna della vigilia fra i quartieri di Cesenatico e con tante nuove disposizioni per rispettare i distanziamenti e garantire la sicurezza, si contraddistinta per iniziative culturali come la rosa "Anita Garibaldi" messa a dimora in piazza Ciceruacchio, nell’ambito di un progetto promosso dal museo "Francesco Renzi" di Borghi in collaborazione con l’Istituto tecnico agrario "Garibaldi - Da Vinci" di Cesena e l’Istituto Cultural "Anita Garibaldi" di Laguna in Brasile. L’attore Fabio Facchinetti ha impersonato Giuseppe Garibaldi e c’è stata una interessante intervista di Antonietta Frisoli ad Anita, interpretata da Emanuela Venturi di Cesena. Il cuore grande della sezione di Cesenatico dell’Anvrg, l’Associazione nazionale dei veterani e reduci garibaldini, presieduta da Silvio Monticelli, ha voluto premiare due colonne, i garibaldini Guido Salvi e Oscar Giunchi, rispettivamente di 95 e 93 anni, i quali hanno ricevuto una targa dal sindaco Matteo Gozzoli. L’Anvrg dal canto suo ha donato al comune mille euro, per sostenere le iniziative sociali.

"Sono molto commosso _ ha detto Oscar Giunchi_, perché noi da una vita dedichiamo il nostro impegno a valori importanti. Siamo nati garibaldini, mazziniani e repubblicani dentro. Con i compagni del Pci ci siamo sempre confrontati da amici, ma tenendo ognuno le proprie posizioni. Le prime bandiere e le prime camice rosse sono dei repubblicani. Per noi Garibaldi è un eroe e siamo orgogliosi di avere a Cesenatico la prima statua, eretta a memoria di un passaggio storico importante". Giunchi fa parte di una famiglia storica e la sua vita è fatta anche di anni duri, tragedie e storie a cavallo della seconda guerra mondiale che ormai soltanto lui può raccontare: "La nostra famiglia vive a Cesenatico in via Brusadiccia da 500 anni. Siamo agricoltori e io lo sono tuttora. Nella sofferenza delle seconda guerra mondiale conoscemmo un graduato dell’esercito tedesco che si chiamava Franz. Quando le SS venivano a casa nostra per prendere le galline, lui ci difendeva sempre. Dopo la guerra nel 1953 vedemmo un’auto tedesca parcheggiare nella nostra strada. Era Franz che ci era venuto a trovare, faceva due passi avanti e uno indietro, come in guerra, quando temeva di essere attaccato. Lui e un altro collega laureato in chimica erano diretti verso zuccherifici italiani per lavoro. La guerra fa diventare anche amici, ma noi speriamo e combattiamo perché non ci siano più guerre e per far sì che l’Italia rimanga sempre una repubblica".

Fra repubblicani e comunisti, a Cesenatico ci sono molte storie da raccontare e aneddoti che hanno visto protagonista anche Oscar Giunchi, il quale ne racconta uno: "Dopo la seconda guerra mondiale, ai piedi della statua di Garibaldi in piazza Pisacane, di notte ignoti dipinsero il simbolo della falce e il martello. Io e Sergio Mantovani, altro vecchio repubblicano, andammo a cancellare tutto e spiegammo agli amici comunisti che Garibaldi non ha un partito, Garibaldi è un eroe che appartiene alla storia di tutto il popolo italiano e dal quale noi dobbiamo prendere esempio, tramandando i valori ai nostri figli".