LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Sicurezza a Cesena: stazione e zuccherificio “situazione peggiorata dopo l’alluvione”

Le reazioni al giudizio negativo sulla provincia nella classifica nazionale dei reati stilata dal Sole 24 Ore. Cresce la preoccupazione di residenti e operatori economici

Controlli delle forze dell'ordine a Cesena: la sicurezza è peggiorata dopo l'alluvione

Controlli delle forze dell'ordine a Cesena: la sicurezza è peggiorata dopo l'alluvione

Cesena, 11 ottobre 2023 – I numeri rafforzano le percezioni. Il giorno dopo la pubblicazione dell’indice di criminalità diffuso come ogni anno dal Sole 24 Ore, nelle aree cittadine maggiormente soggette a questo genere di problematica, sono arrivati commenti a conferma di quel trend che pure i dati hanno certificato. "Inutile negarlo – il gestore di un pubblico esercizio della zona stazione chiede l’anonimato, ma non ha peli sulla lingua – i problemi legati alla sicurezza non sono in diminuzione. Anzi. Chi dice il contrario dovrebbe venire a lavorare da queste parti, trovandosi sempre costretto a guardarsi le spalle. E non si venga a dire che tutte le zone delle stazioni ferroviarie italiane sono nervi scoperti, perché sarà anche vero, ma a quel punto chi ci vive e ci lavora cosa dovrebbe fare? Rassegnarsi ai furti, alle grida e alle minacce? Quando poi non si va oltre…".

C’è chi tiene la bocca cucita, chi cita il fatto che voltandosi dall’altra parte ed evitando di commentare, si lavora più tranquilli. Come fossimo immersi in chissà quale remota periferia ostaggio del crimine. E invece no. Siamo a Cesena, una delle due città fulcro del nostro territorio provinciale, quello classificato al trentesimo posto in Italia, in peggioramento, in una sorta di ‘graduatoria al contrario’ nella quale chi arriva primo sta peggio di tutti. Andando verso i binari ci si confronta con chi prende il treno, magari in direzione di Rimini, che in questa classifica è addirittura seconda, dietro solo a Milano.

"Abito a Cesena e lavoro in riviera. Il problema della sicurezza è innegabile, anche se lungo la costa i numeri delle presenze estive probabilmente fanno da moltiplicatore ai dati dell’analisi, basati sulla popolazione residente. Ma non è questo il punto, perché più della posizione in classifica conta il fatto che le problematiche ci sono, si vedono e purtroppo si faticano a risolvere. Anche a spostarsi sul treno, soprattutto al ritorno, di sera, in inverno, c’è da fare molta attenzione. Non voglio abituarmi a questo".

Un altro angolo di Cesena più volte finito sulle pagine di cronaca per criticità legate alla sicurezza è uno spicchio del quartiere Zuccherificio. Alcuni residenti all’indomani della pubblicazione dello studio ci hanno contattato per segnalare che il problema riguarda anche ciò che accade sotto le loro case e pure dal comitato ‘Zuccherivivo’, da anni impegnato attivamente in attività e proposte di valorizzazione dell’area, si confermano segnali negativi. "Le cose sono cambiate dopo l’alluvione, che da queste parti ha fatto grandi danni, ancora non del tutto superati. E così molti spazi che prima erano stati virtuosamente occupati, sono tornati vuoti , finendo in fretta con l’attirare altre frequentazioni, quelle delle quali ci stavamo liberando. Perché è innegabile che fino a prima dell’esondazione del Savio, il quadro da queste parti era significativamente migliorato. Ora invece è altrettanto innegabile che si sia tornati indietro".

I riferimenti sono a zone specifiche, dai Giardini 11 settembre, al parcheggio coperto Machiavelli, fino alle pertinenze delle corti interne. C’è chi parla di degrado, chi di spaccio di sostanze stupefacenti. Anche questa zona è costantemente monitorata dalle forze dell’ordine, che hanno effettuato anche operazioni realizzate con l’impiego di molti uomini e mezzi, ma resta il fatto che appena la guardia pare abbassarsi, c’è chi prova ad approfittarne. "L’auspicio – chiudono dal comitato – è che si torni velocemente a dove si era arrivati. Risolvendo i problemi creati dall’alluvione, riportando le giuste frequentazioni e ridando serenità ai residenti e agli operatori commerciali. Perché sì, garantire la sicurezza in una comunità è davvero prioritario".