
Tour nelle scuole superiori di Zani Work, raccolti i dati di un questionario "Colmare le lacune integrando il programma scolastico con workshop tematici" .
Sicurezza sul lavoro, i giovani hanno una consapevolezza piuttosto diffusa sulla materia e possiedono anche nozioni di base sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI), ma ci sono tuttavia delle importanti lacune da colmare. A dirlo è una survey realizzata da Zani Work, che a novembre ha fatto un piccolo tour fra le scuole superiori della Romagna per sensibilizzare gli studenti sull’importanza di una corretta informazione in materia di sicurezza sul lavoro e di prevenzione dei rischi.
Nello specifico l’azienda cesenate ha incontrato le classi di due licei (Monti di Cesena e Valgimigli di Rimini) e due istituti (Ruffilli di Forlì e Ipsia di Lugo) per presentare la sua campagna ‘Siamo Tutti Zani e Salvi’ e per inquadrare il fenomeno a livello locale, coinvolgendo i giovani in un questionario volto a rilevare il loro grado di conoscenza sul problema e su come prevenirlo.
Dai dati raccolti è emerso che, quando si tratta di situazioni pratiche e concrete, i giovani sanno riconoscere quali sono i comportamenti corretti da adottare: ad esempio il 73% degli studenti riconosce il datore di lavoro come responsabile della fornitura dei DPI, mentre il 74% di essi sa come si utilizzano le tute ignifughe, o come bisogna agire in caso di DPI danneggiati.
Domande sulla valutazione dei rischi e sul ruolo del ‘responsabile servizio di prevenzione e protezione’ registrano oltre il 60% di risposte corrette, segnalando una discreta familiarità con i termini chiave. Tuttavia emergono criticità sulla comprensione teorica: solo il 22% dei giovani sa spiegare esattamente cos’è la sicurezza sul lavoro e perché è importante.
La domanda sull’abbigliamento tecnico obbligatorio registra appena il 29% di risposte corrette, evidenziando confusione sulla normativa.
Ci sono inoltre delle lacune sui DPI più specializzati, a causa probabilmente di una scarsa esposizione al tema.
"Per colmare queste lacune sarebbe utile integrare il programma scolastico con workshop tematici - dichiarano Isabella e Cristina Zani, titolari di Zani Work -, magari includendo dimostrazioni dal vivo o simulazioni che permettano ai ragazzi di vedere e provare direttamente i dispositivi di protezione".
Un approccio pratico, per aiutare gli studenti a consolidare le proprie conoscenze su un tema fondamentale per il futuro ingresso nel mondo professionale. Del resto anche il governo ha recentemente approvato un disegno di legge che prevede di inserire la sicurezza sul lavoro fra le materie scolastiche, come parte dell’educazione civica.
"Il terreno è fertile per formare a scuola i lavoratori consapevoli del domani", confermano da Zani Work.
re.ce.