"Sotto quel ghiacciaio io persi una amica"

Tommaso Marcatelli nel 1964 era a un campo estivo di Cl. "Una ragazza di 17 anni fu colpita dalla colata di sassi e precipitò in un crepaccio"

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di Andrea Alessandrini

Sotto il ghiacciaio della Marmolada, da cui domenica si è staccata un parete di 300 metri provocando una carneficina di corpi smembrati, nel 1964 morì una una liceale cesenate, Anna Maria Mescolini, sorella di Roberto, futuro procuratore della Repubblica, di Franco – poi attore e regista teatrale – e di Renato, diventato medico e deceduto in un incidente stradale nel 1970. Tanto tempo fa, eppure così vicino per Tommaso Marcatelli: medico cesenate in pensione, ex consigliere comunale, cattolico nel centrodestra: quell’estate era alle Dolomiti con Anna Maria. La strage di due giorni fa cigolare la carrucola che riporta alla luce il ricordo doloroso.

"Eravamo a un camposcuola di studenti di Gioventù Studentesca di Comunione e Liberazione a Soraga – rievoca –. Avevo 22 anni e facevo l’assistente dei ragazzi più giovani. Quel giorno non ero con il gruppetto di ragazzi in cui c’era Anna Maria. Faceva il liceo classico. Lei era nella bocca del ghiacciaio. Si staccarono dei sassi dalla montagna, fu colpita". La voce si incrina. Il professor Fabrizio Foschi ha scritto di quella tragedia in un libro sui primi quarant’anni di Comunione e Liberazione a Cesena.

"Annamaria Mescolini - si legge – durante una escursione fu investita assieme ad alcuni amici da una frana staccatasi improvvisamente al fianco della Marmolada e precipitò in un crepaccio perdendo la vita. Quella data, il 5 agosto 1964 di uno dei primi campi, fu ricordata a lungo, oltre l’effetto di un immediato smarrimento che invase tutti i ragazzi e le loro famiglie".

A quel campo c’erano altre persone divenute note: il medico Raffaele Bisulli, della clinica di via Dell’Amore, Paola Piraccini, insegnante e direttrice del Sacro Cuore morta nel 2003, e don Ernesto Giorgi, ex economo della curia che all’amica scomparsa dedicò una poesia. "Sono salito per capire se la montagna ha raccolto il tuo sorriso come una stella alpinache nasce e non può morire" si legge nell’ultima strofa.

"In quell’escursione non eravamo tutti insieme – riprende Tommaso Marcatelli –. Io non mi trovavo con il gruppetto in cui Annamaria venne colpita da un sasso alla nuca e fatta precipitare in un crepaccio; ci fu chi venne preso solo di striscio. Lo appresi in un sentiero:: mi venne incontro la mia lambretta, sulla quale con la baldanza dei vent’anni avevo raggiunto da Cesena le Dolomiti, guidata da una amica che stavo per sgridare, quando mi disse che Annamaria era caduta in un precipizio sotto la Marmolada". Fu deciso difar proseguire il camposcuola, i ragazzi rimasero a Soraga. "Eravamo annichiliti – rievoca Marcatelli –. Don Luigi Giussani, il fondatore di Cl, era a un camposcuola non distante e venne a parlarci: disse che la morte non era fine di tutto, se c’è Cristo. Gli era accanto va don Lino Mancini, il sacerdote che guidava il campo. Capii solo dopo che quelle parole avevano dato un senso non solo alla tragedia, ma anche alla mia vita". Ad Anna Maria Mescolini fu intitolata la sezione cesenate del Cai (Club Alpini italiano) fondata nel 1965.

Nella storia di quei giorni entrò anche un cesenate profondo conoscitore della montagna, Tommaso Magalotti. Alpinista e artista, ha scalato vette e pubblicato monografie, anche sulla Marmolada. "Ora che ho 85 anni la montagna la posso solo disegnare – afferma –. Annamaria, che mi risulti, è l’unica cesenate vittima della Marmolada. Una settimana dopo la tragedia andai nel crepaccio dove era scivolato il corpo con scalpello e punteruolo ad affiggere una piccola lapide. L’altra è nel pilastro della funivia del Pian dei Fiacconi. Ci sono tornato in quel ghiacciaio e ho anche rischiato la vita. Nel gennaio 1992 promossi col Cai una spedizione con la Divisione di Medicina del Bufalini per studiare la fisiologia umana sotto sforzo in condizione di bassa temperatura. Ma in cima domenica c’erano dieci gradi, mio Dio.". Marcatelli e Magalotti si ritrovarono nel 1989 sotto il ghiacciaio della Marmolada, per la messa nel 25° anniversario di morte di Anna Maria Mescolini, officiata dal vescovo di Cesena-Sarsina Luigi Amaducci.