
Letizia Zignani, presidente provinciale Figisc, Federazione Italiana dei Gestori degli Impianti Stradali di Carburante legata a Confcommercio, che scenario vede per il futuro dei prezzi?
"Non buono, almeno nel medio termine. Credo che gli importi saranno destinati a crescere ancora e allo stesso tempo temo che dal Governo non siano sul punto di arrivare interventi di forte impatto, come era invece stato fatto dal precedente esecutivo guidato da Mario Draghi, che aveva sensibilmente ridotto le accise".
Cosa la rende pessimista?
"Il trend in corso è evidente. E poi, senza falsi moralismi, è inutile negare i fatti: il 22% di iva su importi che arrivano ai due euro e in certi casi li superano pure, rappresenta un ottimo gettito per le casse statali".
Si lavora sulla ‘card carburanti’.
"Sarà assegnata in base alle fasce Isee. E’ qualcosa, ma non abbastanza, perché il trema è trasversale e impatta tanto su un’ampia fetta di popolazione". Come sono i dati di vendita degli impianti?
"Rispetto a qualche anno fa sono calati in maniera significativa. Perché molte abitudini sono cambiate. Direi che quello che si poteva eliminare è stato eliminato. Ora l’auto si usa davvero per necessità. E questo è ancora più preoccupante, perché le famiglie non hanno più margine di manovra, dovendo fare i conti con spese in forte crescita. Il tema non può essere sottovalutato, una situazione del genere non può durare".
Il primo agosto il Governo ha introdotto l’obbligo di esporre i prezzi medi regionali in tutti i distributori di carburante.
"Siamo sempre stati contrari a questo provvedimento, che non giudicavamo solo inefficace, ma anche dannoso, dal momento che temevamo che i prezzi sarebbero stati livellati a rialzo da chi esponeva listini inferiori rispetto a quelli medi, innescando un circolo vizioso. Non era una previsione difficile. Il dato di fatto è che dal primo agosto a oggi le cifre sono sempre aumentate".
Avevate pure presentato ricorso al Tar.
"E’ stato bocciato".
Auspica un passo indietro dell’Esecutivo?
"Non credo che avverrà. I tavoli delle trattative sono sempre aperti e noi continuiamo a seguire la strada del dialogo, sperando di poter raccontare il prima possibile buone notizie, sia ai gestori che agli automobilisti". E’ questione di speculazione?
"I prezzi li fanno le compagnie, non i gestori degli impianti. E’ vero che acquistare un barile di greggio è divettano più caro, ma in passato abbiamo diversi riferimenti a quando il ‘brent’ era ben più alto rispetto ai valori attuali eppure i prezzi finali erano inferiori. C’è un corto circuito in atto al quale serve porre rimedio".
Luca Ravaglia