Start up a rilento, bene ambiente e servizi

Nella classifica del Sole 24 Ore Forlì-Cesena risale al 34° posto (era al 40°): è solo al 74° per ’affari e lavoro’ ma al 26° per il verde

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di Luca Ravaglia

Siamo trentaquattresimi su 107. Ampiamente nella colonna di sinistra della classifica. Quasi in zona coppe, verrebbe da dire. Anche se ancora lontani da chi lotta per il titolo. Non è una questione pallonara, ma di qualità della vita, quella individuata dal Sole 24 Ore sulla base di 90 indicatori, di cui 40 aggiornati al 2022. L’edizione è la numero 33, vede Bologna in cima al podio e il territorio di Forlì Cesena appunto al trentaquattresimo posto, in miglioramento di sei scalini rispetto al 2021.

"Constatare che il trend è in miglioramento è sempre un aspetto positivo – riflette il sindaco Enzo Lattuca, presidente della Provincia –, ma è importante non legarsi a doppio filo con questo genere di rilevazioni, che sono molto utili quando si tratta di esaminare i dati in quanto tali, calandoli nel contesto, ma che diventano a mio avviso meno ‘inattaccabili’ al momento di stilare graduatorie".

Il principale riferimento di Lattuca è legato alla sezione ‘affari e lavoro’ che, riferendosi in particolare al comparto delle start-up, vede l’area di Forlì-Cesena alla posizione numero 74, con uno scivolone di 18 gradini rispetto all’anno scorso. "L’Emilia-Romagna è la regione leader in Italia sotto l’aspetto lavorativo, contiamo un importante export e anche tra Forlì e Cesena di certo contribuiamo in maniera importante a questo risultato, grazie alla presenza di un gran numero di realtà imprenditoriali che sono eccellenze assolute. Mi viene difficile credere che 73 province facciano meglio di noi. Analizzerò con attenzione i numeri e con ogni probabilità mi confronterò anche con la Camera di Commercio, per avere un quadro ancora più chiaro. Anche perché – e con questo chiudo il discorso sull’argomento specifico – a livello di Emilia Romagna, e noi siamo in linea, la disoccupazione è appena al 4,5%. Tutto è migliorabile, ma è evidente che questi dati sono decisamente buoni".

Detto dell’anello debole, il comparto nel quale siamo più virtuosi è quello dell’ambiente e dei servizi, che ci vede in ventiseiesima posizione. Poco più sotto (numero 31 in griglia) c’è invece il settore dedicato alla cultura e al tempo libero, pur con la nota dolente che ci vede fanalino di coda in quanto a patrimonio museale, rilevato in rapporto ai chilometri quadrati in base a una rilevazione Istat del 2020 (nonostante il San Domenico forlivese, evidentemente, e con buona pace dei cesenati che da anni chiedono passi concreti nella riqualificazione della Rocca e nella riapertura del museo archeologico, se non addirittura della realizzazione di un museo della città).

Andiamo benissimo invece, siamo secondi in Italia, nel tema specifico del riciclaggio di denaro, con appena 0.3 denunce ogni 100.000 abitanti. Le denunce sono invece maggiori se si parla di furti ed effrazioni: in generale, nell’indice legato a giustizia e sicurezza siamo in effetti al 34esimo posto, in miglioramento di 4 posizioni. Stesso risultato ottenuto se si parla di ricchezza e consumi (39° posto) e demografia e società (41°).

"Anche su questo aspetto – riprende Lattuca – serve una riflessione. Il nostro territorio continua a confermarsi un’area molto attrattiva per persone che si trasferiscono qui sia per motivi lavorativi che di qualità della vita. La zona di Forlì-Cesena ha sicuramente un buon appeal ed è questo ciò che conta. Perché ribadisco il concetto: non è questione di fare classifiche, ma di analizzare dati e parametri oggettivi, da interpretare nell’ottica di migliorare il più possibile. A questo scopo è pleonastico tornare sul fatto che, per fortuna, l’area della nostra provincia conta un alto tasso di denuncia dei reati subiti, aspetto di certo non comune a tutta Italia".

La chiusura di Lattuca riguarda infine "la conformazione territoriale: non stiamo parlando delle città di Forlì e di Cesena, ma di un’area molto estesa nella quale una parte importante è rappresentata da zone appenniniche dove, per forza di cose, i parametri legati a certi tipi di attività sono decisamente diversi".