"Stati Uniti e aborto, io esco dal coro delle critiche"

Caro Direttore

colpiva sui giornali italiani la severità dei commenti alla sentenza con la quale la Corte degli Stati Uniti d’America ha cancellato il suo verdetto del 73 sull’aborto come diritto costituzionale.

Un coro diffusamente negativo, con l’idea che assumere un giudizio differente fosse sinonimo di oscurantismo, addirittura medioevale!

La sua risposta sul Resto del Carlino dell’altro ieri ad alcuni lettori è invece una risposta riflessiva e che aiuta a ragionare.

Ma a prescindere da questo, c’è una domanda che le vorrei porre: l’aborto può davvero essere considerato un diritto naturale, indipendentemente da ogni atto legislativo che lo sanzioni, perché è proprio ciò e solo ciò che la Corte ha negato?

Forse l’errore della Corte del 1973, ormai ammesso da tutti perché privo di reali riferimenti costituzionali, e l’assenza di una legge federale per 50 anni, non sono la vera causa di una illusione che ha generato e genera ulteriori e gravi divisioni?

In questo caso la nostra giovane democrazia, nel 1978, grazie alla capacità e all’equilibrio della Democrazia Cristiana, ha saputo garantire una ragionevole opportunità di scelta su un tema così complesso, non riconoscendolo come diritto costituzionale, cosa a mio parere errata, ma depenalizzandolo.

In questo caso la mia opinione convinta è che l’Italia che può insegnare agli Stati Uniti d’America.

Tommaso Marcatelli