
Federico Facciani, presidente della Strada dei vini e dei sapori di Forlì-Cesena
Cesena apre le porte il 26 giugno al Festival Agrofutura, l’appuntamento (ore 18.30 aula magna della Biblioteca Malatestiana) promosso da Quotidiano Nazionale, Resto del Carlino e Nazione che mette al centro il territorio, le sue eccellenze e le sfide del futuro per l’intera filiera. Tra i relatori anche Federico Facciani, presidente della Strada dei vini e dei sapori dei Colli di Forlì e Cesena.
Presidente Facciani, su cosa verterà il suo intervento al Festival Agrofutura?
"Andrò a tracciare un po’ di storia della Strada dei vini e dei sapori dei Colli di Forlì e Cesena, e parlerò dei cambiamenti del turismo enogastronomico avvenuti dal Covid in poi. A Cesena è nata 25 anni fa la tendenza di creare una rete, anche stradale, per informare i turisti sulla presenza di aziende vinicole, produttori di olio e di agriturismi, un po’ sulla scia del successo delle strade dei vini in Toscana. Un tempo mancava persino il cartello di segnalazione dell’azienda. E’ stata fatta una mappatura e una sorta di circuito segnalato con cartelli sulle strade, nelle aziende e nei comuni".
Come è cambiata nel tempo l’organizzazione?
"Ovviamente nel tempo è cambiato tutto: ora ci sono gli smartphone e i satellitari per trovare i percorsi. Dal 2021 abbiamo iniziato a organizzare nelle aziende e nei ristoranti degli eventi: come camminate, trekking e degustazioni guidate. Abbiamo organizzato serate nelle aziende dove si andava a stuzzicare la curiosità del partecipante attraverso percorsi sensoriali, come la scoperta del gusto piccante, salato, amaro".
Eventi recenti?
"Il 31 maggio a Cesenatico si è tenuto il Wine Festival. E sabato a Bertinoro è stato organizzato un banco di assaggio di vini con 15 aziende e con la forma porta calice. La maggior parte degli eventi sono tutti su prenotazione. Come tipologia di associazione Strada dei vini non è un consorzio, ma è un’associazione di terzo settore, che si occupa non di commercializzazione, ma funge da promotore dei prodotti del territorio".
Quanti sono i soci della Strada dei Vini?
"Circa un’ottantina, principalmente aziende vinicole e agriturismi della provincia, ma anche i comuni, la Camera di Commercio, Coldiretti, Confagricoltura e Cia. In un anno ci sono circa 90 eventi".
Timori dei dazi?
"La Strada dei Vini aiuta le aziende a farsi conoscere nel nostro territorio e non all’estero. Al momento il discorso dei dazi riguarderebbe le singole aziende: abbiamo anche cantine importanti che potrebbero essere preoccupate per i dazi, ma l’80% delle cantine sono piccole aziende che non hanno grosse problematiche".
Come va attualmente la produzione dei vini e la commercializzazione?
"La richiesta dei vini c’è, anche se si stanno spostando i consumi sui vini più leggeri: come i bianchi e le bollicine. Questo è dettato dall’andamento del consumo del vino. Non si tratta di una moda, ma di un cambiamento dovuto ai tipi di consumo. Collegato a questo c’è anche la problematica delle patenti a punti e delle norme inasprite per l’uso di alcol alla guida. Non ci sono crisi di vendita al momento. Ma si avverte un po’ di difficoltà sulle produzioni legata alle difficoltà dei cambiamenti climatici. Ne sono un esempio l’alluvione, le grandinate e la siccità".