Strade pericolose Cesena. Fossi maledetti, il rischio è continuo

I due recenti casi sull’A14 e a Fiumicino hanno riportato i riflettori sulle troppe strade senza barriere

Cesena, un incidente a Bagnarola di Cesenatico (Ravaglia, archivio)

Cesena, un incidente a Bagnarola di Cesenatico (Ravaglia, archivio)

Cesena, 7 dicembre 2019 - La strada non può continuare a fare così tanta paura. Il tema della sicurezza declinata nell’ambito della viabilità resta una priorità da affrontare e risolvere. Sulle strade urbane come su quelle extraurbane, non è questione di attribuire competenze, ma di risolvere l’impellente necessità di sentirsi al sicuro quando ci si sposta.

In quest’ottica uno dei nervi più scoperti riguarda senza dubbio la presenza dei fossi sul ciglio della strada, una problematica estremamente diffusa vista la conformazione del nostro territorio. Lo testimonia anche il recentissimo passato, coi casi della donna di 58 anni uscita di strada in via Rubicone destra tra le frazioni savignanesi di Capanni e Fiumicino (fortunatamente rimasta quasi illesa) e la tragedia che si è verificata nel tratto tra Cesena e Forlì dell’A14, dove il 3 dicembre Giuseppe Marinelli, 71enne di Fermo, ha perso la vita finendo fuori strada.

È possibile mettere dei paletti alle tragiche fatalità? In certi casi forse sì, a patto di poter investire cifre importanti favore della sicurezza in strada. «Non si può coprire a tappeto un’area vasta come quella cesenate dall’oggi al domani – argomenta il vicesindaco e assessore alle opere pubbliche Christian Castorri –, ma stiamo lavorando per realizzare opere strutturali in grado di risolvere i problemi. Cito la via Dismano, dove stiamo lavorando su un progetto di tombinatura del fosso a partire dalla zona della Fiera e del Mercato Ortofrutticolo e che potrebbe estendersi fino all’incrocio con via Larga, il cui costo supera il milione di euro. La differenza si può però fare anche e forse soprattutto con la manutenzione ordinaria, nella quale abbiamo investito un milione di euro, 800.000 dei quali sono destinati alle asfaltature e la parte restante ad altri interventi, che comprendono per esempio la segnaletica orizzontale e verticale e anche la posa di guardrail. Tenere la banchina in buone condizioni è un aspetto cruciale».

La sicurezza si garantisce anche attraverso il rispetto dei limiti di velocità, questione sempre più spesso sollevata dagli abitanti delle più disparate zone della città: «In tanti – conferma Castorri – ci chiedono di installare i Velo Ok per spingere gli automobilisti a togliere il piede dall’acceleratore e anche in questo caso piuttosto che installazioni a spot, stiamo ragionando un intervento complessivo di alcune decina di colonnine che possano coprire in maniera uniforme le zone più a rischio».

A proposito dei rischi che si corrono uscendo dalla carreggiata, l’E45 ha purtroppo pagato a caro prezzo questa situazione, in particolare in corrispondenza dei viadotti dell’Alto Savio: a perdere la vita sono stati automobilisti e autotrasportatori i cui mezzi non sono stati frenati dai guardrail. Su questo aspetto però Anas sta investendo corpose risorse, procedendo a una progressiva sostituzione, con strutture ben più rinforzate, lungo tutta l’intera tratta. E’ vero che spesso i cantieri creano disagi, ma dal punto di vista della sicurezza, i risultati finali portano indiscutibili miglioramenti.

Tra i vari punti rialzati in cui sono in corso gli interventi, Anas è anche all’opera sul cavalcavia che attraversa via Zavalloni e dove, meno di un mese fa, il cedimento di alcune lastre aveva causato la formazione di un buco sulla strada. A dimostrazione del fatto che il bisogno di sicurezza è a 360 gradi e coinvolge ogni aspetto della manutenzione sulla rete viaria.