T Red Cesena, controlli ai semafori promossi con riserva

In arrivo i sensori contro chi passa con il rosso. Il nostro viaggio in città: molti gli incroci critici, ma per tutti il problema è la velocità

Un semaforo davanti al Campus universitario

Un semaforo davanti al Campus universitario

Cesena, 20 novembre 2019 - Sono le undici di mattina e il traffico è intenso tra tra viale Bovio e via Matassoni. Il semaforo è giallo, ma una Panda attraversa comunque, sperando di farcela. Scatta però il rosso, e il mezzo rimane colpevolmente al centro della carreggiata, bloccando per qualche minuto il flusso di auto. Un’infrazione frequente, a Cesena come altrove, che inaugura il nostro giro tra gli incroci semaforici in città, all’indomani dell’annuncio del Comune di voler introdurre i temuti ‘T red’: sensori di ultima generazione, pronti a punire chiunque venga colto a superare i semafori una volta scattato il rosso.

«Questo incrocio è terrificante – raccontano alcuni passanti di via Matassoni –, ma il problema non è chi passa col rosso. Le criticità sono provocate da una segnaletica poco evidente, che porta diversi autisti a entrare contromano all’interno della strada. In più diversi automobilisti non rispettano le precedenze, generando spesso incidenti». Il problema della segnaletica poco chiara è sottolineato anche dal tabaccaio di corso Cavour, Giampiero Capellini. «Penso che introdurre i ‘T red’ – spiega – sia un segno di civiltà. Qui ogni giorno vedo tantissime auto che spudoratamente se ne infischiano dei semafori. Temo però che i soli sensori non bastino. L’altro giorno, per esempio, una signora si è introdotta erroneamente all’interno del senso unico di viale Cavour. Si è poi sentita male ed è stata soccorsa. Sinceramente credo che sia necessario migliorare le segnaletiche presenti in zona, magari ingrandendole».

Criticità comuni anche all’incrocio tra i due viali Carducci e Cavour, dove diversi autisti non concedono la precedenza a chi proviene dal centro, indipendentemente dal colore del semaforo. «In questa zona non credo che i sensori servano a molto– considera Martina Fabbri, dipendente del negozio di ortofrutta all’incrocio –. Da quando lavoro qui ho sempre visto tante auto fare numeri pazzeschi. La criticità principale è rappresentata dal fatto che solitamente gli automobilisti di via Cavour non danno la precedenza, nello svoltare a sinistra, a chi viene dal centro. Quasi per loro non esistono. Se i sensori si limitano al solo passare col rosso, forse non sono molto utili». La situazione è decisamente migliore all’incrocio tra via Gaspare Finali e contrada Chiaramonti, dove a causa del semaforo in salita gli automobilisti sono costretti a fermarsi. L’idillio, però, viene presto rovinato quando si raggiunge il caotico incrocio di via Mulini, molto trafficato e pieno di insidie generate dalle diverse possibilità di svolta. «Ogni giorno – racconta la barista dell’ex macello Giulia Pollini – rischio di vedere delle situazioni tragiche. Gli automobilisti in questa zona vanno molto veloci e tirano dritto, spesso azzardando pericolose manovre di sorpasso nei confronti di chi deve svoltare. Questa estate, per esempio, un ragazzo si è schiantato dritto contro i paletti. Direi che più che spendere soldi nei sensori, forse dovremmo investire per migliorare ciò che c’è già, magari costruendo una rotonda, che qui servirebbe davvero come il pane».

Diversi cittadini , infine, si sono lamentati per la sicurezza del semaforo del ponte Nuovo. «Le due corsie di piazzale del Risorgimento – spiegano diversi passanti – sono molto vicine. I due semafori partono assieme, quindi chi va dritto rischia di scontrarsi con chi va a destra, perché lo spazio è poco. Difficilmente i sensori potranno sistemare questa dinamica». Il giro si è poi concluso agli incroci dell’ex Zuccherificio e del ponte Europa. Almeno qui, nonostante il traffico, gli automobilisti rispettano i semafori, seppur con qualche incertezza sulle precedenze e con velocità troppo spesso molto elevate.