"Tante famiglie non riescono più a pagare"

L’allarme degli amministratori di condominio per i rincari delle bollette: "Aumenta la morosità e la situazione può solo peggiorare"

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L’impennata dei costi di energia elettrica e gas è, in queste ore, al centro delle preoccupazioni di chi gestisce condomini. Ma ancor più di chi ci abita. Sul tema è intervenuto il presidente di Confedilizia Forlì-Cesena, Carlo Caselli: "I rincari hanno raggiunto livelli vertiginosi", ha detto, "e il quadro per i prossimi mesi è destinato senz’altro a peggiorare. Per questo chiediamo, a livello nazionale, che siano adottate misure tese a ridurre gli effetti devastanti che gli aumenti di luce e gas avranno sulla vita condominiale". Sulla stessa lunghezza d’onda l’Associazione provinciale dei proprietari di casa, che osserva: "Nei condomìnî la morosità sta divenendo sempre più frequente. Se non si interviene con urgenza, almeno prevedendo una rateizzazione dei pagamenti, molte famiglie – anche in affitto – rischiano di rimanere sprovviste dei servizi essenziali".

Per comprendere la portata di ciò che potrebbe accadere nell’arco di qualche mese, basta leggere la segnalazione di un nostro lettore, residente in un condominio in città. "Già all’assemblea condominiale per il consuntivo 2021", spiega, "l’amministratore ci aveva avvertito che le spese per il 2022 sarebbero aumentate di molto, ma non ci aspettavamo certo un raddoppio. È chiaro che si tratta di una previsione cautelativa sugli aumenti dei costi dell’energia, perché il nostro condominio (composto di 12 appartamenti) ha il riscaldamento centralizzato e il prezzo del gas incide in maniera preponderante sul costo finale della rata condominiale. In soldoni, è il caso di dirlo, si è passati da un esborso complessivo di 18mila euro nel 2021 a un preventivo di 31mila euro per l’anno in corso. Le spese comprendono acqua, luce comune e riscaldamento e sono calcolate in base alla metratura degli appartamenti. Il mio - tra i più grandi, circa 100 metri quadri – comporterà, secondo la stima, una spesa di oltre quattromila euro all’anno. Si tratta di un aumento di mille euro, poiché i restanti tremila coprono i costi del riscaldamento. È una previsione troppo pessimistica? Non possiamo saperlo, ma, da quanto si sente, nel 2023 andrà ancora peggio. Speriamo che tutti i condòmini siano puntuali nei pagamenti e non ci siano problemi. Al momento non vediamo altra soluzione se non ridurre l’accensione della caldaia comune e cavarcela con piumoni, maglioni e borse d’acqua calda", conclude amaramente il lettore.

In effetti, non si può sottovalutare la drammaticità di una situazione che, a conti fatti, in Italia riguarda oltre 40 milioni di persone, ovvero il 60% della popolazione complessiva. Il rischio, infatti, è che esploda un vero e proprio dramma sociale. "Negli stabili condominiali abitano anche molte persone non abbienti, anziani e giovani famiglie con bambini", sottolinea, a questo proposito, il presidente Caselli. "Soggetti che vanno protetti consentendo al condominio di chiedere e ottenere versamenti rateali, dilazionati nel tempo. Se trascurata, questa situazione potrà generare, o esacerbare ulteriormente, le tensioni nei rapporti condominiali. Non solo: com’è già accaduto a seguito della stangata sulle bollette dello scorso inverno, è probabile che, in molti casi, le prime spese da tagliare per far fronte ai rincari saranno quelle destinate alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici. Tutto ciò si traduce, per forza di cose, in una minaccia alla sicurezza degli stessi condòmini".

Maddalena De Franchis