ANNAMARIA SENNI
Cronaca

Ticket sui farmaci: "Inevitabile per salvare la sanità pubblica". Ma cresce la polemica

La Regione Emilia-Romagna ha varato la riforma giustificandola con la necessità di garantire la sostenibilità del servizio sanitario. È corsa alle esenzioni dai pagamenti per 1 milione e 650mila utenti

La Regione Emilia-Romagna ha varato la riforma giustificandola con la necessità di garantire la sostenibilità del servizio sanitario. È corsa alle esenzioni dai pagamenti per 1 milione e 650mila utenti .

La Regione Emilia-Romagna ha varato la riforma giustificandola con la necessità di garantire la sostenibilità del servizio sanitario. È corsa alle esenzioni dai pagamenti per 1 milione e 650mila utenti .

Cesena, 18 maggio 2025 – Da poco più di due settimane è entrata in vigore in Emilia-Romagna la riforma che prevede il pagamento del ticket anche per l’acquisto dei farmaci mutuabili, quelli rimborsati dal servizio sanitario nazionale e per cui serve presentare la ricetta ‘rossa’. Il contributo richiesto è 2,20 euro a confezione, fino a 4 euro a ricetta, nel caso di acquisto di più confezioni. "Una manovra necessaria per garantire la sostenibilità del servizio sanitario pubblico e investire in nuove terapie".

La Regione spiega così l’introduzione del contributo richiesto per l’acquisto dei farmaci (con le fasce più vulnerabili, per reddito o patologia, esentate per i farmaci correlati alla patologia). Subito si è scatenato il fuoco delle critiche delle forze di opposizione e anche delle associazioni di categoria, che puntano invece il dito sulla necessità di risparmi e razionalizzazioni di spesa nella sanità.

Il ticket previsto è di 2,20 euro a confezione di medicinale, fino a un massimo di 4 euro per ricetta. Ma saranno esentati dal pagamento 1 milione e 650 mila cittadini, circa 1 su 3, tra cui pazienti oncologici, con patologie croniche o rare, invalidi, disoccupati e persone in situazione di disagio economico. Saranno dunque esentati i pazienti affetti da patologie croniche e gli ultra 65enni facenti parte di nuclei familiari con un reddito complessivo inferiore a 36.152 mila euro, e i disoccupati con un reddito inferiore a 8.263 euro. E tutti gli altri? Pagheranno il ticket richiesto.

Una misura che, pur gravosa, nasce dall’esigenza di salvaguardare un bene comune irrinunciabile: il servizio sanitario. Per la Romagna però, potrebbe esserci una via di uscita, almeno parziale. È aperto infatti in Regione, un tavolo con Ausl Romagna e Ordine dei Farmacisti, per allargare la lista dei farmaci acquistabili in modo centralizzato dall’azienda sanitaria e distribuiti nelle farmacie convenzionate.

"La riforma regionale che prevede il pagamento dei ticket – spiegano il presidente della Regione Michele de Pascale e l’assessore alle politiche per la salute Massimo Fabi – è stata definita anche a seguito di un positivo confronto con le organizzazioni sindacali, ed è volta a continuare a garantire la qualità e la sostenibilità economica del servizio regionale, messo a dura prova dal sottofinanziamento statale, e necessaria anche in seguito alla introduzione di farmaci e terapie altamente innovative, che consentono di curare meglio tante tipologie ma che al contempo sono molto dispendiosi. L’obiettivo è di continuare non solo a garantire a tutti gli assistiti dell’Emilia-Romagna servizi e cure di qualità, ma anche di rafforzarli in virtù delle nuove risorse che entreranno". Insomma, detto in parole povere: la sanità non ce la fa più. E il cittadino?